lunedì 29 dicembre 2008

Il gioco

Ora lei ha scoperto le carte, un asso di cuori un po' sospetto, a dire il vero, tu esiti un solo istante ed io insinuo il dubbio che stia barando, ma l'asso è lì, in terra, e tu ne rimani affascinato un attimo di troppo, e la mia risata amara muore piano fra il fumo sospeso di un ultimo sigaro, ti osservo mentre rifletti sulla mossa successiva e so di non avere scampo, sfioro piano le tue mani e ti indico la carta che ti salverà, tu mi sorridi appena, ti volti un poco verso di me mentre fingo una freddezza che non mi appartiene, mentre divento statua di ghiaccio per impedirmi di rivelarti il mio bluff, mentre rivesto il mio cuore di pietra dura perché non si spezzi sotto le tue labbra avide di vita altrui.

giovedì 25 dicembre 2008

Natale?

Ora le mie parole diventano un sussurro, tu mi guardi ed io arrossisco per la ritrovata innocenza, tu mi guardi ed io torno ad essere l'angelo prima della dannazione, abbasso il capo dinnanzi a te e mi offro vittima sacrificale delle notti folli e dei giorni tristi, mi offro ad espiare pensieri impuri ed azioni smodate, e fra le tue braccia ritrovo il senso di ciò che sono e che è andato smarrito, rinasco libera da catene dorate e perverse, le tue mani accarezzano la mia pelle rigenerandola, cancellando con il loro tocco tutte le ferite inferte e subite ed infette e lacerate, il mio cuore di ghiaccio sussulta e schianta e riprende il suo battito tumultuoso mentre le mie labbra si schiudono in un sorriso, che è già futuro.

martedì 23 dicembre 2008

L'eterno ritorno

Tu mi sorridi mentre affili con attenzione la lama da sprofondare nel mio petto, mi sorridi mentre ascolti condiscendente le cronache delle mie giornate straniere, la lama scintilla sotto le luci di un bistrot in chiusura, tavolini ammassati e sedie riposte, sul nostro tavolo i resti di un pranzo rubato agli impegni di una giornata qualunque, sorridi ed intanto avverto il rumore sinistro della lama contro la mola, ora saggi il filo, la tua pelle si scalfisce appena ma sai che la lama è pronta all'uso, ed aspetti che le mie parole muoiano piano ed affondi, affondi crudele la lama nel mio petto, straziandomi il seno ed il cuore, trafiggendomi a morte e lasciandomi sanguinante in terra mentre paghi il conto, mentre ti avvii verso l'uscita. E poi ti siedo accanto mentre sfrecci veloce verso giorni vuoti, tu mi chiami ed io ritorno da te, tu mi chiami ed io resuscito per morire ancora sotto i tuoi colpi crudeli.

mercoledì 17 dicembre 2008

Una sera di pioggia

Attraverso i vetri di una finestra infinita ammiro lo scroscio di nuvole dal cielo che si dissolvono in lacrime divine, asfalto lucido riverbera luminarie festive, una strana sensazione di gelo nonostante la stanza calda di fuochi ardenti e caldaie sbuffanti, mi accoccolo accanto al tuo corpo stanco di lotte ed eroismi vittoriosi, mi accoccolo accanto al tuo cuore che batte lento e regolare vicino al mio orecchio poggiato sul tuo petto, a volte mi sfiori piano i capelli, a volte le tue labbra si poggiano delicate sulle mie tempie esauste di pensieri inutili, intanto fuori piove, piove all'infinito mentre io vorrei solo riuscire a trattenere nel mio cuore la dolcezza di quest'istante di te e di me.

lunedì 15 dicembre 2008

Il tempio di ghiaccio

Ti aspetto in questa fredda notte dell'anima, mio tormento dei sensi, e smanio nell'attesa di te, ed immagino quando mi verrai incontro, mi sorriderai appena e mi sfiorerai con un bacio, le tue labbra bruceranno la mia pelle tesa, poi mi stringerò a te, lasciando che il tuo calore penetri attraverso i miei vestiti sempre troppo leggeri, qualche parola a scacciare i nostri silenzi pieni di desiderio, ed intanto i minuti passano lenti, ed io aspetto nel buio rotto appena da qualche faro lontano che la neve riverbera algida, lo strano ovattamento dei rumori della vita rifratti dai cristalli che scendono lenti dal cielo oscuro, ed i minuti diventano ore, e le ore diventano una vita, e tu non arrivi, lasciandomi sola in mezzo al ghiaccio, lasciandomi ghiaccio.

giovedì 11 dicembre 2008

Palcoscenico

Ora i riflettori sono puntati su di te, la scena buia si illumina e tu ti stagli limpido su quel palcoscenico di piacere crudele, per recitare un copione appreso in anni di lotta e sangue, per recitare la parte dell'eroe vittorioso che si erge sulle sue vittime sacrificali di gemiti e pelle nuda e calda e sussurri e spasmi incontrollabili di piacere. Ora i riflettori illuminano la tua espressione sazia di desideri soddisfatti, mentre ai tuoi piedi giace ora il mio corpo trafitto da una lama di ghiaccio,
il cuore ancora pulsante, agonizzate, tremante, i sensi straziati dal contatto bruciante con le tue mani forti come artigli, le tue mani che mi hanno accarezzata, le tue mani che mi hanno afferrata, le tue mani che mi hanno fatto volare oltre la vita.

lunedì 8 dicembre 2008

A Saffo, che mi porse il caffè

La faccia stropicciata dall'ennesima notte folle in un letto sconosciuto (il peso del suo corpo sul mio, le sue dita che sfioravano bramose la mia schiena), siedo in un caffè per un pasto veloce, dopo un'ora contrabbassesca di gambe accavallate e svelate. Tu mi sorridi e per la prima volta vacillo, per la prima volta noto la curva del tuo petto, le tue gambe tese avvolte nei jeans, il tuo sguardo timido e le tue labbra dolci e mi domando quale sapore abbia il tuo bacio, quale delicatezza il tuo tocco, quale luce brilli nei tuoi occhi quando una donna ti ama. Il mio desiderio si fa confuso, i sensi intorpidiscono quando immagino la tua pelle bianca contro la mia pelle bianca, i tuoi gemiti, i miei gemiti.

martedì 2 dicembre 2008

Interruptus o dell'onanismo cerebrale

Ora tu sei così vicino che sento il calore della tua pelle sfiorare i miei sensi tesi dal troppo vino, allusivo giochi con le tue mani perfette davanti ai miei occhi stanchi, e sai, terribilmente consapevole, sai che ogni gesto mi infligge un dolore profondo di desiderio represso, sai che le mie labbra fremono dall'assaporarti, sai che il mio sesso geme dal non possederti, e continui a giocare con le tue parole distanti, con i tuoi occhi indiscreti sui miei sogni in una notte fredda e vuota di vie abbandonate, di luci che evaporano inghiottite da ore che passano troppo veloci e poi svanisci, ed io resto lì, sola, ad immaginare quello che.

domenica 30 novembre 2008

Un bicchiere di vino

Ora ti inerpichi su quello sgabello instabile, la gonna risale scoprendo le gambe ed intravedo l'orlo delle calze, sembri a disagio mentre lui ti parla, sembri distante e triste, eppure ti sforzi di sorridere mentre il frastuono dei corpi intorno a te cancella la malinconia di un'ennesima giornata solitaria, e poi afferri lo stelo di un calice di vino, rosso, corposo, forse un po' troppo tannico (avrebbe avuto bisogno di respirare ancora un po'). Lo avvicini alle labbra che schiudi sensuale, quasi una vecchia pubblicità allusiva, ed assapori il liquido avida, in cerca di un'ebbrezza che non arriverà. Per un istante chiudi gli occhi, consapevole d'un tratto del mio sguardo che ti sfiora, per un istante chiudi gli occhi mentre il vino scivola nella tua bocca, e ci siamo solo noi due, tutto svanisce, luci, gente, musica, rumore, chiacchiere, tutto svanisce e resta il tuo corpo, e resta il mio sguardo che lo possiede.

venerdì 28 novembre 2008

Al telefono


La tua voce giunge da lontano, parole leggere e risate in sottofondo, io ti racconto la mia giornata di nuvole e passi e vestiti e idee e cibo (ancora una volta divina passatina di ceci con gamberi al vapore ed un bicchiere di vino bianco siciliano) e tu ascolti paziente, mentre immagini che io sia lì, accanto a te, quel vestito nero di seta che scivola sulla pelle candida, il profumo di gelsomino che si sprigiona dai miei capelli sciolti, ma mille chilometri di paura ci separano, io ancora temo le tue mani violente su di me, io ancora temo i tuoi silenzi astiosi, i tuoi rimproveri crudeli, il rumore dei tuoi piedi scalzi che si avvicinano nella notte per ferirmi, per avermi, per imprigionarmi nella ragnatela della tua vita.

martedì 25 novembre 2008

Principessa

Ora la osservo seria mentre sfoglia distratta una rivista di moda, l'aria assorta ed annoiata allo stesso tempo, inconsapevole della sua perfetta armonia, pelle di velluto, labbra appena schiuse, occhi di muschio, il collo leggermente accarezzato dai capelli mossi ed il continuo ed ipnotico dondolare di un piede, a battere un immaginario ritmo che risuona solo nella sua mente (ma quasi sicuramente una di quelle strane canzoni francesi che canticchia prima di addormentarsi fra le mie braccia). Poi, accorgendosi all'improvviso del mio sguardo implorante, mi sorride maliziosa, si volta verso me e sussurra qualche parola che non ascolto, ride appena e torna a sfogliare il giornale, ed io vorrei solo accarezzarla, baciarla, possederla, amarla.

sabato 22 novembre 2008

In vendita

Lei mi domanda in cambio solo l'illusione, ed io non so che fare, non sono un prestigiatore, così scorgo nei suoi occhi spegnersi quella luce che prima l'animava mentre si china per soddisfarmi, ed avverto la distanza tra noi farsi incolmabile, nonostante il suo corpo avvinghiato al mio, e so, ne sono sicuro, che lei sta pensando ad un altro uomo, l'uomo che la fa volare al di là degli abissi della sua vita di sabato sera vuoti, passati nel silenzio di stanze fredde, so che lei sta rivivendo i loro momenti magici, in cui tutto è sospeso e scintilla pervaso dai sogni che fanno battere ancora il suo cuore, pervaso dai sogni che le permettono di vivere ancora un giorno.

giovedì 20 novembre 2008

Ancora una notte con te

Sono stanca in questa sera tarda di buio e freddo, ma tu chiami, ed io non posso resistere, un cappotto su una sottoveste di seta e mi immergo nella notte alla tua ricerca, il rumore dei miei passi in vie deserte ed ignote, e poi entro ancora un poco nella tua vita mentre tu entri in me, le tue mani aggrappate violentemente al mio corpo teso ed un brivido freddo e delizioso scuote la mia pelle mentre le ore scorrono lente, mentre il nuovo giorno nasce sui nostri pensieri languidi, mentre leggi il giornale in silenzio accanto a me, mentre addenti un panino famelico, mentre piano la città si risveglia.

lunedì 17 novembre 2008

Notte di passi

Passeggiamo in una notte silenziosa di vicoli affollati di ragazzini urlanti, io mi aggrappo a te e tu mi guidi e mi racconti la tua vita, ed io ascolto il tuo cuore battere sotto quell'impermeabile a proteggerti dall'umido freddo che ci avvolge, un ultimo caffè aperto, luce fredda ad illuminare i miei occhi stanchi, e tu mi incanti con i tuoi sorrisi leggeri, con le tue mani che sfiorano i miei sensi, con la magia che crei intorno a noi in questa città deserta di una notte che scivola lenta, tu mi incanti mentre i nostri passi risuonano umidi nella nebbia che avvolge la mia mente quando le tue labbra sfiorano le mie.

venerdì 14 novembre 2008

Inchino

Mi chino per slegarmi le scarpe, la schiena si incurva e la fronte si avvicina alle caviglie. Sento il vestito che sale dietro, scoprendo le gambe, ed il tuo sguardo si posa sul mio fondo schiena esposto impudicamente, coperto da un sottile velo di seta nera. Tu ti avvicini lento, mentre riesco a sfilare il gancetto della scarpa sinistra, accosti il tuo bacino a me, volgarmente ti strofini, ed io resto china ad armeggiare con il gancetto della scarpa destra. Le tue mani si posano sui miei fianchi e mi attiri un poco, facendomi barcollare appena. Afferri la stoffa e fai risalire il vestito completamente, lasciandomi esposta al tuo sguardo, la mia pelle nuda contro di te, contro i tuoi pantaloni tesi. Le tue mani sfiorano ora le mie natiche, si insinuano ed io non so che fare, resto chinata e sfilo le scarpe e penso che.

mercoledì 12 novembre 2008

Enchanté

Tu mi guardi sfrontato, mi sorridi e stringendomi la mano sussurri "enchanté" ed io inorridirei per l'espressione ma tu sei francese ed alto e bellissimo e ricordi vagamente un attore della nouvelle vague, ed io non posso che fantasticare un po', ma solo un poco perché ho perduto i sogni in queste notti di letti estranei e divani avvolgenti e fumo che ottenebra la mente ed i sensi, il tuo addormentarti piano accanto a me, il tuo risvegliarmi violento, il tuo essere così perfetto da non esistere quasi, il caffè che mi hai dato con uno sguardo malizioso, un tavolino all'aperto in una piazza irreale, il fiato che appanna i vetri di un'auto parcheggiata in periferia, il tormento quando non ti ho riconosciuto in mezzo alla folla, mi hai mostrato quale fosse il tuo appartamento, quasi un invito a raggiungerti e poi ancora sguardi bramosi, ed io precipito intanto in questo abisso dove il cuore è spento.

sabato 8 novembre 2008

Una lama di luce

Una lama di luce sul soffitto, tu mi domandi cosa io stia guardando, ed io te la indico, la linea retta dell'ombra che gioca con il muro, tu sorridi ed accarezzi la mia pelle morbida e calda in questo letto sconosciuto e poi chiudo gli occhi e mi addormento, mentre ascolto il tuo respiro farsi regolare accanto a me. Ed è ancora notte, ancora buio, quando le tue dita si insinuano in me svegliandomi, piano incominci a muoverle ed io gemo solo un poco, mentre più forte le spingi in me, mentre più forte entri in me, nell'oscurità di questa stanza rotta soltanto da una lama di luce sul soffitto bianco.

martedì 4 novembre 2008

Il cielo su Torino

Mi aggrappo a te per non precipitare in un abisso di dolore, e tu mi afferri, mi abbracci, mi stringi a te e sento il calore del tuo corpo ed il gelo della mia solitudine, intorno a noi il cielo e foglie staccate da un autunno dolce e languido, intorno a noi la vita che scorre come la pellicola di un vecchio film senza sonoro, intorno a noi nuvole si rincorrono e si disfano nel vento, mentre le tue labbra cercano le mie, mentre le mie labbra cercano le sue.

giovedì 30 ottobre 2008

La strada per il nulla


Mi costringi ad inginocchiarmi di fronte a te, svestita ed inerme in questa notte di fuoco davanti ad un camino come in un'immagine stereotipata di seduzione dozzinale, ma io obbedisco docile e remissiva, e soddisfo i tuoi desideri inconfessabili, mentre lenta brucia la legna, ed ora rimani inebetito a guardarmi e non sai come sbarazzarti di me, non sai come sbarazzarti della schiava che mi hai fatto divenire, e cingi la mia vita nel tuo pugno, ne sei padrone ma intanto la temi, temi il mio pulsare fra le tue dita, temi il mio calore che ti avviluppa e ti ustiona, come le fiamme che non riesci a domare, come le fiamme che ardono e bruciano e distruggono lasciando infine solo un po' di cenere.

lunedì 27 ottobre 2008

Una notte di nebbia

Affacciata ad una finestra chiusa sbircio in strada la nebbia che avanza in questa notte insonne, brividi freddi accarezzano la mia schiena mentre tu non ci sei, perduto tra i flutti di un mare lontano, ed all'improvviso il telefono suona, una voce sconosciuta mi invita a raggiungerla ed io smetto di pensare ed indosso un maglione caldo su gambe nude e scendo in strada, un tratto veloce di auto e la portiera che si apre, ed un uomo che non avevo mai incontrato per un istante entra nella mia vita, ed io non penso a null'altro che a te, lui parla ma con me ci sei solo tu, lui parla ed a me brillano gli occhi pensando al tuo ritorno.

mercoledì 22 ottobre 2008

Sous le soleil brulant

Sdraiati al sole tiepido di un autunno che scolora il mondo, una coperta su di un prato, come due poveri amanti, dinnanzi a noi infinito panorama di una città addormentata in questa domenica qualunque. Sdraiati al sole, dicevo, parole leggere ed insensati discorsi a riempire le nostre orecchie delle nostre voci un po' ansiose, qualche mosca ronza lenta, lontano un cane abbaia. Sdraiati al sole, tu lasci che le mie labbra sfiorino la tua pelle, un sottile brivido nonostante la temperatura dell'aria un po' fosca di questo pomeriggio di metà ottobre sia assolutamente piacevole. Sdraiati al sole, mi sfili le mutandine e le getti un po' più in là, sull'erba di questo prato fuori dal mondo ed affacciato su un deserto di case fiumi uomini sogni.

giovedì 16 ottobre 2008

Baise-moi, encore


Lo so, non dovrei cedere così, senza orgoglio alcuno, ma tu telefoni ed io corro da te, in un improbabile vestito da sera (ma cosa ci fai conciata così?), tu mi sorridi malizioso, un rapido "ciao" distratto ed io mi avvinghio a te, le mie labbra precipitose sulle tue, lasciandoti senza respiro, lasciandoti senza fiato. Poi mi trascini in casa, nemmeno il tempo di trovare un letto, le tue mani su di me, i miei ansimi che aumentano, spasmi di piacere che squassano il ventre voglioso, l'odore della tua pelle fresca, l'odore del mio sesso caldo e ti supplico, baciami ancora.

martedì 14 ottobre 2008

L'importante è finire

Sbirci al tuo polso perfetto il tuo orologio perfetto, i minuti scorrono lentissimi mentre il cielo scolora in questa meravigliosa sera d'autunno, le nuvole argentee brillano come cristalli di bigiotteria, ed io nervosa balbetto stupidaggini inconsulte, fingendo ancora una volta di essere altro da me, (sto pensando ad un altro uomo, sto pensando che la tua cravatta è il paradigma di una personalità conformista, sto pensando che sembri un imbonitore, sto pensando, mentre fisso le tue zone intime, a come sarebbe allungare una mano verso il tuo sesso e sfiorarlo, per vedere il tuo volto raggelarsi), ma la mia mente è altrove, Mina canta in sottofondo una canzone eccitante, o forse risuona solo nelle mie orecchie, tu sbirci ancora il momento in cui potrai elegantemente svanire, ed io aspetto fremente l'istante in cui tu lo farai.



domenica 12 ottobre 2008

Labirinto

Quale strana alchimia mi abbia sospinta fra le tue braccia ancora me lo domando in questa domenica d'autunno, un maglione caldo sulla mia pelle che già dimentica i raggi del sole e torna bianca, carta su cui scrivere un nuovo racconto di cui già tutti intuiamo il finale, come un film d'altri tempi già visto, mentre cerco di mettere ordine nel labirinto della mia esistenza e delle mie innumerevoli stanze ancora vuote di te, e sorrido pensando che anche stavolta mi illudo che.


sabato 11 ottobre 2008

Erode's Harem

Crollo prostrata in adorazione di te (del tuo perfetto sesso duro), i giorni si trascinano vuoti come incubi in attesa che un tuo cenno mi confermi l'ingresso nel tuo harem (avrò passato l'esame? sarò stata abbastanza brava? sarò riuscita ad essere almeno all'altezza delle altre pretendenti?) ed intanto fremo ogni volta che il pensiero ritorna agli istanti di te che mi hai concesso, all'espressione serena e piena di potenza sul tuo volto, ai miei goffi tentativi di essere ciò che tu vuoi. Ed ora attendo supplice che tu, novello Erode, proferisca le parole tanto attese. "Salomè, danza per me". E languo.

venerdì 10 ottobre 2008

Oggetto

Mi sveglio molto presto, poche ore di sonno, e sorrido, addosso ancora il suo profumo, un po' di imbarazzo ripensando alla mia strana impudicizia, ripensando a sciocchezze dette ed a quella sensazione così fisica, così violenta, tattile, di essere un oggetto e nulla più. E forse per la prima volta l'assoluta assenza di aspettative su un futuro mi ha reso pienamente consapevole di ogni istante, ogni secondo è stato un dono che ora scorre sotto la mia pelle, mentre aspetto di risentire ancora il suo profumo, mentre aspetto un'altra notte che non verrà.

mercoledì 8 ottobre 2008

Lampo di me

D'improvviso ti domandi dove io trascorra le mie notti non più solitarie ed anche se fingi con te stesso il più assoluto disinteresse, una sottile fitta di (cosa? gelosia?) inquietudine si insinua all'altezza del tuo ventre mentre con forza scacci dalla tua mente l'immagine del mio corpo sfiorato da altre mani, da un altro uomo. Ed il ricordo del mio odore, dei miei gemiti, della mia pelle calda ti assale con un impeto che non riesci a contrastare e nonostante la certezza delle tue decisioni, per un istante (anche solo un breve istante mi basterebbe per sopravvivere) la mia assenza ti lascia senza respiro.


lunedì 6 ottobre 2008

Un meraviglioso bracciale di diamanti


Mi sveglio in un letto estraneo, un corpo sconosciuto accanto al mio in una mattina fredda e limpida d'autunno. Una mano accarezza lasciva la mia nudità, fruga la mia bocca, sapore di una notte di incubi, ancora stordita dal sonno apro gli occhi per ricordare quale perverso desiderio mi abbia condotta fino a quel punto, mentre quella mano impertinente continua a giocare con il mio corpo, facendomi gemere. Il respiro di quello sconosciuto si fa più veloce, con forza mi attira a sè ed avverto il suo calore sulla mia pelle fresca, il suo sesso duro insinuarsi in me e la sua passione esplodere in pochi gesti violenti, segni rossi affiorano sul mio collo, poi quel respiro si acquieta e lì, su un comodino, scorgo luccicare il prezzo della mia resa.

venerdì 3 ottobre 2008

Un po' di rimpianto

Come ogni mattina cerco di costruire una facciata per il mondo, e mentre scruto con gli occhi gonfi la mia faccia addormentata in uno specchio opacizzato dal vapore, tu mi appari prepotente nei ricordi, e rimango immobile mentre il pensiero di te mi paralizza, il ricordo del tuo corpo, dei tuoi sguardi su di me, le tue parole leggere e pesanti di sottintesi. Sorrido appena, poi una sensazione di dolore mi strazia le viscere perché la tua assenza è quanto di peggio mi sia trovata ad affrontare, eppure eri solo un'illusione, sogno di carne e pelle e sudore e sole, sogno di un'estate che è finita, come tutte le estati poi finiscono e non rimangono che foglie ad ingiallire sugli alberi ed il mio sorriso svanire al tuo ricordo.

lunedì 29 settembre 2008

Immagini

Immagini un volto che non hai mai visto, nella tua fantasia chimera senza testa, voce senza suono e lasci che il tuo corpo crei la sensazione di mani che lo sfiorano, odori che accarezzano i tuoi sensi, ubriacandoti di una sensualità che non conoscevi e neghi a te stesso che sia solo un sogno, una favola alla quale hai dato vita e che ora ti avvince, avviluppandoti con le sue spire di dorata illusione. Immagini un volto che ti sussurri le parole che mai nessuno ha osato dirti, gesti che non hai nemmeno creduto possibili straziano le tue carni vergini, e ti ritrovi terrorizzato a cercare di sfuggire alla tua stessa illusione, ed apri gli occhi ed io sono lì, implacabile destino delle tue perversioni.

mercoledì 24 settembre 2008

Esisto?

Mah. Torno a casa a piedi, è giorno, molta gente per le strade, sono anche vestita in modo decente (ma in realtà sempre assurdamente fuori moda, fuori posto, fuori...), entro in un paio di negozi (provo una camicia carina che mi fa sembrare un minatore d'inizio secolo, lo scorso secolo...), e. Ad un certo punto, durante il tragitto fra il nulla e casa (ma finalmente ho trovato il libro che cercavo, Il nipote di Wittgenstein, anche se purtroppo in una di quelle librerie che detesto), dalle parti di piazza Castello, anzi, so esattamente dove, mentre attraverso la strada sulle strisce, diligente, mi domando. Se un albero cade nella foresta e nessuno lo vede, quell'albero è davvero caduto? Ed io, io trasparente inutile silente sola stupida disarmata, esisto?

martedì 23 settembre 2008

Ultima illusione

Il tuo sguardo mi annienta, nel buio di un cinema di periferia fingi un interesse che in realtà non hai, il fruscio della mia gonna ti indispone e attendi fremente il momento in cui potrai allontanarti da me, ma l'odore della mia pelle ti stordisce, stordisce i tuoi sensi allertati dalle immagini che corrono pigre sullo schermo, dialoghi insensati ed una musica troppo forte ti impediscono di reagire, il tuo respiro si fa più lento, e poi mi sfiori, per sbaglio, un lapsus fisico al quale non riesci a rimediare, mi sfiori e non sai che dire, rimani lì, a fissare lo schermo, mentre la tua mano scivola in mezzo alle mie gambe e sale su, fino a perdersi.


domenica 21 settembre 2008

Fiesta!

Indossi quel vestito un po' trasparente ed ondeggi sui tacchi instabile fra la folla che sbircia bancarelle di paccottiglia e dolciumi, un'aria vagamente divertita e la testa fra le nuvole, come sempre, e poi mi urti e mi sorridi ed il contatto fra i nostri corpi, il mio ed il tuo che si sono sfiorati, mi fa scottare la pelle, ti sorrido e tu mi guardi sfrontata, ti afferro per mano e ti trascino via e tu mi segui docile, una via laterale, il rumore della festa si allontana, un portone aperto, le mie mani su di te, le tue labbra su di me ed ansimi ed una frenesia che non riesci a trattenere e poi tutto è buio e passione e fiesta.

sabato 20 settembre 2008

Zitto e scava

Sprofondato in un istante di lucida negazione della realtà, ti trastulli con l'ipotesi di un eremo lontano, sabbia deserto polvere ed un'oasi inspiegabile, sovraumana certamente, mentre fuori dalla tua porta la vita altrui continua a scorrere ignara della tua inutile esistenza, musica di sottofondo al nulla della tua vita, ed a volte ti scordi di respirare e solo uno strano palpito ti spinge a ricominciare, e chiudi gli occhi e rivedi quell'oasi, verde in mezzo ad una gola di rocce e vento e sabbia, un miracolo di cui non ti capaciti, un miracolo come le cellule che ti compongono, come il sorriso che ora deforma la tua faccia.

mercoledì 17 settembre 2008

Buio

Osservi il baratro che si spalanca ai tuoi piedi e ti domandi vergognoso cosa ti abbia spinto fino alla soglia di quell'abisso oscuro. Una curiosità perversa ti spinge ad affacciarti su quel nulla fatto di buio e ti accorgi che la terra che ti sorreggeva a poco a poco comincia a rotolare via, e lento scivoli verso una notte di alcool e parole e sensi allertati da una strana sensazione di paura, pericolo di perdere (cosa? te stesso?) tutto ciò che finora ti ha sorretto sulla tua via di algida perfezione. Ma la realtà è questo buio che ti attira con il suo volgare richiamo di sensi e pelle e carne e odore di corpi e pensieri perversi che non riesci a scacciare, la realtà sono queste lacrime e questo sangue che scorrono dai miei occhi stanchi in questa notte buia ed ubriaca.

Ormoni

Intuisco i tuoi muscoli tesi sotto la stoffa della camicia che indossi, ed immagino le mie dita sfiorare piano la tua pelle candida, il tuo respiro farsi più affannoso e sorrido della mia fantasia perversa, colpa di ormoni in subbuglio in questo autunno ascetico mio malgrado, e ti guardo sfacciata come non mai e tu non puoi far a meno di percepire il mio desiderio che esplode dal guscio di questa maschera che cela la mia natura avida di carezze e gemiti e sesso.

domenica 14 settembre 2008

Una domenica qualunque

Ci siamo svegliati presto, avevi preparato i dolcetti per la colazione e succo d'arancia e burro e marmellata, poi ti eri vestita semplice, proprio come piace a me, una maglietta, una gonnellina ed eravamo usciti, mano nella mano a passeggio fra le bancarelle di un mercatino di cose vecchie e dimenticate. Tu sorridevi, un venticello fresco accarezzava i tuoi capelli schiariti dal sole mentre camminavamo curiosi, e parole leggere fra noi, poi avevamo trovato un posticino carino ed un pranzo veloce, prima di tornare a casa. Tu leggevi un libro mentre io mi inebetivo davanti alla tivù, poi ti accoccolavi a me e dormivi un poco, io ascoltavo il tuo respiro lieve ed era tutto così facile, ed era quello che sognavi e non avresti mai avuto.

sabato 13 settembre 2008

Vento d'autunno

All'improvviso le nuvole oscurarono il cielo, ed un vento freddo cominciò a spirare da est, odore di pioggia e di foglie secche. Io rimanevo ore ad annusare l'aria dell'autunno che arrivava, avvolta in un improbabile maglione che utilizzavo in sostituzione del tuo abbraccio per scaldare la mia pelle che già scolorava dopo un'estate di sole. Passeggiavo sola per strade sconosciute, incuriosita dalla mia stessa solitudine, giorni interi senza che nessuno rivolgesse verso di me la minima attenzione, e divenni a poco a poco aria anch'io, aria d'autunno fredda e profumata, foriera di ultimi frutti in attesa del gelo dell'inverno che già si preannunciava nella luce opaca in quei giorni di settembre.

giovedì 11 settembre 2008

Dieci anni

Sono passati dieci anni dalla prima volta che il mio cuore ha sussultato per te. Dieci anni di sguardi silenziosi, di fantasie immaginate, scrutare la tua pelle ed annusare il tuo profumo che l'aria trasportava. Anni in cui sognare l'istante in cui ti saresti accorto di me, i tuoi occhi avrebbero incontrato i miei e mi avresti sorriso, e tutto sarebbe stato semplice, tutto avrebbe avuto (finalmente) senso. E poi è accaduto, un giorno ti sei fermato a guardarmi e ti sei accorto della mia esistenza. Mi hai sorriso, mi hai parlato ed hai incominciato ad immaginare come sarebbe stato semplice sfiorarmi. Quel giorno io sono morta.

lunedì 8 settembre 2008

La tua voce

Come mi sembra lontana ora la tua voce, le tue parole si disperdono nel silenzio di questo tramonto ed io non provo nulla, insensibile al tuo nervoso spiegarti, stordita dalla luce che filtra attraverso i vetri sporchi di questa casa troppo vuota di te. Ascolto distratta, senza guardarti, ascolto gli spazi fra le frasi che sussurri, ed intanto fisso incantata il cielo che scolora, strisce di nuvole fiammeggianti, il volo veloce delle ultime rondini. Un sorriso vacuo increspa appena le mie labbra, le labbra che non osavi baciare, mentre la tua voce sfiora appena i miei pensieri, ridestandomi da un torpore che assopisce i miei sensi cullati dal calore di quest'aria che scintilla degli ultimi raggi del sole di settembre. Tu parli, ed io non so che dire, rimango in silenzio e ascolto.

sabato 6 settembre 2008

Una fantasia

Sono in coda alla cassa di uno di quei negozi fighetti che detesto (mi perdo sempre, non trovo mai cosa cerco e devo domandare ad otto commessi diversi che mi scrutano con sufficienza, regolarmente non riesco a raccapezzarmi per l'uscita), e davanti a me un uomo, alto, ben vestito ma non troppo, un po' più vecchio di me. Noto che non porta la fede al dito, sotto ad un braccio stringe il quotidiano e porta una cartella elegante, appena un po' usata. Ovviamente non mi vede, sono alle sue spalle. Ma probabilmente non mi vedrebbe nemmeno fossi di fronte a lui, non credo di essere il suo "genere" (a volte mi domando seriamente se io sia il "genere" di qualcuno, a dire il vero). Posa sul banco della cassiera quattro cd (non riesco a scorgerne davvero la copertina, ma sembra musica di un certo tipo, qualunque cosa voglia dire). Per pagare estrae dal portafogli una carta di credito, American Express. La cassiera gli domanda un documento. Lui appoggia il quotidiano su una sorta di mensola, estrae un documento (ma non riesco a distinguerlo, potrebbe essere una di quelle nuove carte d'identità, non so, io possiedo solo il passaporto). Mentre lo osservo rimugino sulla mia strana situazione. Perché lo sto facendo? Cosa mi spinge a raccogliere tanti particolari su uno sconosciuto? Poi lui si allontana ed io comprendo. Ha dimenticato il quotidiano sul banco. Lo afferrro, due passi e "Scusi!". Lui si volta. Ignora il mio sorriso mentre gli porgo il giornale che aveva dimenticato.

venerdì 5 settembre 2008

Il giorno dell'abbandono

Lei constatò vagamente che la situazione sarebbe poi, in un certo modo, apparsa ridicola, non fosse che tutto si era accavallato in talmente poco tempo che faticava davvero a comprendere il peso di quegli addii (telefonati, sussurrati, predetti, predestinati, voluti, quasi cercati). Tutti, indipendentemente, quel giorno, le avevano rivolto il loro ultimo sguardo, come se fosse ormai distesa nella bara, ma sì, ancora viva, ancora per un po', ma lontana dalle loro esistenze che ora sarebbero continuate un po' più leggere, un po' più vuote (si interrogò oziosamente sul binomio leggero-vuoto, affacciandosi ad un abisso filosofico. Il mondo ci vuole più leggeri, ovvero più vuoti, ma ogni passo nella vita ci carica di un fardello di esperienze che si accresce inevitabilmente... ma no, non è questo il luogo giusto, non questo mio cervello di groviera). Constatò poi, sempre oziosamente, il lapsus che ne rivelava l'esistenza (chi scrive? di chi sta scrivendo? è forse questo un diario?), e ridacchiò pensando divertita a quel pervertito che spulciava le sue parole in cerca di pruderie con le quali solleticare il suo ego ed il suo sesso. Ridacchiò ancora, forse un po' più forte, questa volta, cercando il coraggio di vivere ancora questo giorno, il giorno in cui tutti l'avevano abbandonata, e si sentì ebbra ed impaurita di fronte alle infinite possibilità che le si aprivano di fronte (o almeno tentò di illudersi che infinite fossero le possibilità). Nello specchio del bagno vide i suoi occhi pieni di lacrime.

giovedì 4 settembre 2008

Isola

Trasparente come l'acqua scivolo lenta in mezzo ad una scintillante folla serale, nessuno sguardo mi sfiora, nulla tocca la superficie liscia della mia pelle abbronzata da un'estate di sole ed onde, mentre cammino per le strade di questa città che brulica smog e vita, alla ricerca della prova della mia esistenza. Ed invece sono solo un sogno, sono solo il miraggio di quella mitica isola che vagava fra i flutti senza una meta, in cerca di un approdo dove riposare e generare divinità. Ma Zeus non si cura di me, non si cura della mia piccola anima trasparente di peccati, trasparente di illusioni.

giovedì 21 agosto 2008

Pensieri impuri

Lasci che la tua fantasia colga connessioni che non esistono fra le mie parole leggere, così immagini la mia pelle sfiorata dalle mani bianche di una donna sognata ed una fitta di strana gelosia ti spinge ad intuire le mie labbra schiudersi in un gemito di piacere, e non riesci a controllare quella strana eccitazione che deforma il tuo corpo rendendolo sensibile ad ogni piccolo sfioramento, ad ogni minimo contatto, non riesci di nuovo a trattenerti mentre le sue mani scendono verso il mio sesso, e quasi perdi i sensi trafitto da una nuova eccitazione mentre non ti accorgi che non c'è nessuna donna, che quelle mani sono le mie e sono sola, sola come sempre, nei tuoi pensieri impuri.

giovedì 14 agosto 2008

Corpi

Ammassati su una spiaggia di metà agosto, sbircio corpi tonici e lucidi ed abbronzati muoversi lenti nel calore del primo pomeriggio, e quell'abbondanza di pelle umana esposta al mio sguardo mi annichilisce e quasi mi spaventa, così mi avvolgo stretta in un asciugamano logoro e sbiadito da anni di sole e sudore ed acqua salata, il suo colore blu svanito in un ceruleo grigiume sfilacciato. Tu mi vedi così, arrossata e semicelata, solo la testa ed i piedi che sbucano da quel sudario, e ti soffermi sui miei capelli stinti e crespi e arruffati e sui miei piedi che fuoriescono appena sulle pietre roventi, le unghie smaltate di un improbabile viola scheggiato, e mi sorridi mentre sfili la maglietta e resti in calzoncini sotto questo implacabile sole di metà agosto.

venerdì 8 agosto 2008

Telefono (dedicato a quelli che)

Mi leghi con le tue parole che arrivano da un luogo lontano con telefonate che non riesco a decifrare: mi manca il tuo volto per capire se siano menzogne o se mi narri ancora una volta una verità che esiste solo nelle notti d'agosto affollate di gente in riva ad un mare nero ed ostile, e percepisco l'ansia di questi giorni di solitudine dove la tua vita ti appare finalmente per quello che è, interminabili ore a sfuggire da te stesso e sogni infranti che non sai nemmeno di aver sognato.
Ad ogni squillo la tua voce mi chiama, tesse la tela in cui intrappolarmi e resto incantata a guardare la tua voce che mi blandisce, che mi avviluppa e poi, dardo che infrange gli specchi, esplode in me la consapevolezza che sei solo un nulla da qualche parte nel mondo, e non mi puoi toccare, e non mi puoi ferire.

martedì 29 luglio 2008

Silenzio

Lunghi giorni assolati fra il frastuono di corpi che si muovono veloci nella luce accecante di quest'estate di silenzio, a poco a poco il mio sguardo si abitua a scivolare sulla realtà circostante senza sfiorarne nemmeno la superficie, impassibile ad ogni mutamento di colore, impassibile ad ogni sussurro, e rimango quasi invisibile nella mia pelle abbronzata ad aspettare l'onda che sfiora i miei piedi in questo mare azzurro come i tuoi occhi che ora non mi vedono, che ora non mi guardano più.

giovedì 24 luglio 2008

Arriva la tempesta

Cielo grigio su un'estate d'attesa, tu sorridi ad un'altra mentre io ti guardo, una maglietta bianca a proteggerti dal vento della sera che increspa appena le onde del mare e trasporta il profumo di velieri lontani. Poi d'un tratto uno squarcio fra le nuvole ed il sole illumina il mio volto stanco, e cammino lenta su un molo verso l'infinito blu di quest'estate che scolora.

giovedì 26 giugno 2008

L'aria che sa di lei

Lei è andata via, lasciando schizzi d'acqua in bagno, oggetti spostati in giro per casa ed il suo odore sulle lenzuola appena cambiate. Lei è andata via, dopo aver frastornato un po', ma non troppo, la mia vita; lei è andata via lasciando il suo odore sulle mie lenzuola, nel mio letto perfettamente rifatto, ed io resto lì, al buio, ad annusare l'aria che sa di lei, a ricordare i momenti passati insieme e ad immaginare i momenti che verranno, ad immaginare quando lei sarà di nuovo qui, quando potrò accarezzarla di nuovo, quando potrò guardarla gemere, quando potrò.

mercoledì 18 giugno 2008

Dove?

Dove ti rivedrò, anima bella? Forse sull'angolo di quella strada che curva seguendo il fiume, forse sul marciapiede di una stazione, appena sceso da un treno che arriva da chissà dove, carico di vite e di speranza. Forse su una mappa, seguendo tracciati sconosciuti, o fermo ad un semaforo in attesa del verde per ripartire. Mi basterà tenere gli occhi ben aperti per riconoscerti o dovrò affidarmi all'olfatto, al tuo odore, o basterà ascoltare il mio cuore che di colpo batterà più forte, radar che rivela la tua presenza. Ma io so dove ti rivedrò: basterà aprire la porta e tu sarai lì, ed io sarò lì.

lunedì 16 giugno 2008

Taciti gesti


Sei seduto accanto a me, ed avverto un certo imbarazzo, un'inquietudine che ti arrossa il viso e ti impedisce di guardarmi. Solo ogni tanto ti volti, fissandomi negli occhi in modo provocatorio, quasi cercassi di sfidarmi ad arrossire, quasi mi sfidassi ad abbassare lo sguardo. Io sorrido, un po' affascinata da questo giochetto malizioso, ma stranamente non avverto nessuna sensazione, solo la tua tensione inutile, mentre immagini cose che mai avverranno, mentre immagini di possedermi lì, a quel tavolo in mezzo ad una folla che pranza ignara.

martedì 10 giugno 2008

E poi

E poi venne il momento del silenzio, dei corpi stanchi abbandonati al buio, dei pensieri oziosi, dei desideri assopiti. Venne il momento in cui non c'erano più domande da porsi e risposte da inventare, il momento in cui i sogni avevano raggiunto il cielo trasformandosi in nuvole che una leggera brezza aveva dissolto piano, il momento in cui i nostri respiri avevano rallentato ed i nostri cuori avevano smesso di palpitare frenetici per quietarsi e vivere. E poi, a poco a poco, venne l'alba e ci sorprese nudi, addormentati in un letto sconosciuto, l'uno accanto all'altro, ebbri di noi stessi, ebbri del nostro amore.

giovedì 5 giugno 2008

Sento


Sento il tuo calore che riempie lo spazio fra te e me, sento il tuo respiro lento e tranquillo in questa notte fresca di tarda primavera, tapparelle abbassate che lasciano filtrare appena un po' di luce da un lampione in strada. Sento un cane che abbaia in lontananza, ed il profumo fresco delle lenzuola colorate che mi avvolgono, mentre allungo nel letto una mano a sfiorare la tua. Sento le tue dita stringere le mie, ed uno strano senso di sicurezza e pace mi pervade, come se il tuo sorriso calmo rischiarasse la mia notte, una notte fresca in cui non sono sola. Sento a poco a poco il sonno arrivare, e poi non sento più nulla.

mercoledì 4 giugno 2008

Passiva


Rimaniamo soli, in un attimo di imbarazzante silenzio. Stranamente mi guardi diretto, non l'avevi mai fatto, quasi incuriosito dalla mia presenza lì, ed io tento un abbozzo di sorriso, per rassicurarti sulla mia assoluta passività, sulla mia presunta innocenza. Avverto violenta la distanza che ci separa, avverto la tua strana ansia e la tua difesa strenua, e spezzo quel silenzio teso con una battuta sciocca, poche parole che rompano quello scudo che ergi a proteggerti (da cosa, poi? da me?). Ed il tuo sguardo limpido per un attimo sorride, per un istante soltanto le tue barriere crollano, ed io rimango inerte, ad osservare la tua luce.

mercoledì 28 maggio 2008

Ultima fermata

Sono nervosa, mentre il treno attraversa lento le pianure allagate, il sole tramonta fra alberi lontani ed argini fioriti. Sono nervosa mentre guardo il mondo scorrere fuori dal finestrino, le dita tamburellano sulle ginocchia, il rumore del treno distorce i pensieri e li culla, ovattandoli. Immagino la tua attesa, immagino le tue parole, il tuo sguardo su di me, il tuo profumo che riempie l'aria intorno a noi, ed il tuo sorriso stanco, quando questo treno si fermerà in quella stazione che quasi arriva, in questa sera di quasi estate.