venerdì 20 marzo 2015

L'hotel

Mi perdo in fantasie insensate mentre un altro inverno trova fine, aggrappata all'orlo di un bicchiere che si svuota troppo in fretta, oggi mi hai sorriso sconosciuto su un autobus per il peccato, parafrasando Tennessee Williams, io circondata da bambini e tu, ammiccante e silenzioso, accusatorio per la mia sterilità, ma ancora tutto, sempre nella mia testa, e d'un tratto una smorfia di (dolore? rimpianto?) stanchezza ha deformato il mio volto, e i miei occhi si sono spalancati più del solito e avrei quasi voluto mi seguissi in questo hotel dove mi rifugio quando tutto diventa difficile, quando tutto diventa illogico, quando il suo peregrinare lo fa inciampare nei miei passi, e invece mi ritrovo sola in questa sera di tentativi e fallimenti, in questa sera di attesa del suo corpo perfetto, armonia di suoni contro la discrepanza della mia carne lacerata, ancora una volta, dal suo sesso duro, e ripenso a te, sconosciuto che non hai avuto il coraggio di seguirmi in questo abisso a cinque stelle.