martedì 31 ottobre 2006

Ricaduta

Lo so, dovrei essere ormai cosciente che il tuo cuore non palpita per me, ma ogni volta le tue parole scavano in profondità nella mia anima fragile, e ricomincio a sanguinare, una cicatrice troppo esposta alle intemperie dei sogni per rimarginarsi. Tu lo sai, e giochi con le mie debolezze, e chissà quanto riderai di questa storia banale, raccontata troppe volte, e mai senza un lieto fine. E all'improvviso rivivo nei ricordi che credevo, che speravo svaniti, le tue mani nervose sul volante ed i tuoi occhi, che scorgevo di sfuggita nello specchietto retrovisore, e mi si contorce il cuore e palpita e singhiozza, e mi domando (ancora!), come una stupida, cosa avrei dovuto dire, cosa avrei dovuto fare. Chi avrei dovuto fingere di essere. Poi gli occhi si riempiono di lacrime, ed una canzone triste nelle orecchie, e non resta che ricominciare a credere che tu non sia mai esistito.

domenica 29 ottobre 2006

Salvami

Lo so, dovrei essere forte e senza peccato e brillare come una stella nel cielo terso di un'estate ventosa. Invece sono qui, a dibattermi dubbiosa tra quel che fu e quel che avrei voluto, e non brillo, non brillo affatto. Mi domando ancora cosa avrei dovuto essere, ma è assurdo, non potei essere altro che me stessa, e, davvero, ne vado fiera, anche ora, anche adesso che annaspo in una realtà malevola ma tuttavia non così imprevedibile. E pregare un Santo per la salvezza mi pare una speranza ancora remota, eppure lo faccio, alzo gli occhi al cielo e chiedo, mi avevate detto di fare così. Finora non ho ottenuto risultati, eppure io sono sempre fiduciosa, sono sempre troppo fiduciosa. Salvami.

sabato 21 ottobre 2006

Perduto

Ti cercai fra la folla di un giorno di festa, sforzandomi di scordare il passato violento e crudele che ci aveva allontanati, e scorgevo il tuo profilo nei volti sfocati da un'inconsapevole miopia, ma non eri tu, non sei mai stato tu... Così, per l'ennesima volta, ti inventai nella mia mente, ovviamente diverso da come sei in realtà, e la mia fantasia ti trasformò nel principe di marzapane di una favola che a malapena ricordavo, favola che mi aveva sempre fatto credere nell'assoluta giustizia del cannibalismo: io, un uomo di marzapane, l'avrei mangiato in poco più di una settimana...
Ma era tutto un sogno, e la folla sudata e trepidante, in attesa di un santo prodigo di miracoli, mi strattonò fino a farmi capire che non c'eri, non c'eri mai stato, non ti eri perduto...

venerdì 20 ottobre 2006

Repubblica.it

Se potessi raccontarti la storia dell'umanità non partirei da Adamo ed Eva, e nemmeno da un organismo unicellulare, ma ti racconterei di quando siamo stati scagliati, ciechi e smemorati, in questa landa florida di un universo sconosciuto per ricordare l'amore che ci univa e che abbiamo finto di ignorare, e ti mostrerei le immagini che l'uomo si è inventato per trovare il senso alla confusione che aleggia nella sua mente, come dopo una sbronza colossale, quando sarebbe così semplice sdraiarsi sotto il sole di un cielo ottobrino ed annusare le foglie volteggiare nel primo vento fresco che annuncia la neve e sapere che non siamo mai arrivati, che non siamo mai andati via.
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lunedì 9 ottobre 2006

Incubi

Non riusciva a capire se fosse a causa della gastrite dovuta alla tensione di un periodo merdoso, o davvero quei pupazzetti si muovessero, prendendo vita come una strana pianta di un film quasi horror del passato mai visto, ma rimase affascinata e disgustata ad osservarli per un istante di troppo, sentendoseli poi correre sulla pelle per interminabili momenti nel sonno disturbato di un lunedì mattina di lacrime e noia, e per una volta ringraziò quasi la sveglia e si domandò ancora quale mente perversa avesse avuto il coraggio di animare quegli orrendi pupazzetti.

sabato 7 ottobre 2006

Menzogna (Fuga dalla verità)


Ti nascondi dietro un cancello lasciato semichiuso sul mondo. Ti hanno mentito, non ti hanno detto che ciò che hai fatto avrebbe distrutto la vita in cui credevi, la realtà che avevi fino ad allora vissuto. Te ne sei andato, rintanato in un angolo sperduto di mondo, ma il cancello è rimasto semiaperto. Hai sbirciato una vecchia canzone degli anni ottanta, ed hai pianto intuendo che il mondo stava dimenticando il delitto che era stato capace di commettere.
Tu sei rimasto nascosto dietro quel cancello aperto, e io avrei invece preferito sentirti urlare tutta la verità che ci era stata tenuta nascosta.