sabato 14 maggio 2011

Dietro la porta

Busso alla porta della camera di mio figlio, e senza quasi attendere risposta, entro. Lei è seduta sul letto, accanto a lui, indossa qualcosa, un nulla di seta grigia,e la sua pelle è biscotto di spezie. Il sangue affluisce al mio volto, le orecchie mi ronzano e una vertigine mi impedisce di parlare. Mi afferro alla maniglia, per nascondere il mio cedimento. Lei sorride appena, inclina un poco il capo guardandomi e io farfuglio qualcosa di assolutamente inutile: Nello sguardo di mio figlio un compiaciuto divertimento, mentre il mio imbarazzo si fa più evidente, quasi tangibile, in una pigra mattina di una domenica di maggio.