mercoledì 26 agosto 2009

Segno

Fu la smorfia che intravidi mentre si sedeva a tradirla. La gonna si alzò appena e vidi il Segno. Nitido, rosso. Perfetto. Una fibbia classica, cintura indubbiamente maschile. Al di sotto un ematoma stava prendendo forma, segnale che il colpo era stato inferto recentemente. Dalla sua postura rigida compresi che altri Segni erano celati ai miei occhi dai vestiti. Provai per un istante ad immaginare la sua espressione nel momento in cui la sua mente era stata squarciata dalla verità. Aveva urlato? Si era abbandonata colpevole al dolore? O aveva riso, a sfidare il suo aguzzino per ottenere nuovi Segni? Le mie dita anelavano di accarezzare quei piccoli rigonfiamenti che sfregiavano la sua pelle, sentivo che in alcuni punti, dove il colpo era stato più forte, la pelle si era lacerata, e desideravo far scorrere i miei polpastrelli a leggere quelle tracce. Lei si accorse del mio sguardo. Per un attimo un lieve sorriso illuminò il suo volto. E io seppi cosa fare.

lunedì 17 agosto 2009

I tavolini dei caffè all'aperto

Una leggera brezza dal mare solleva appena la tovaglia candida di questo tavolino dove sediamo accaldati tu ed io. Guardo l'orizzonte e tu parli, di cosa non so, sono stanca di parole, non ascolto ed annuisco distratta mentre l'azzurro delle onde riempie i miei occhi. Poi taci un istante, il silenzio mi affascina e ti vedo, tu sorridi a lei seduta altrove, allungo una mano a sfiorarti per ricordarti che sei mio, ma scivoli via e la tua pelle già non mi appartiene, e stanotte sola piangerò la tua assenza.

giovedì 13 agosto 2009

La torre

Poi il crollo. Per un istante parve rimanere illesa, stabile, forte. Illusione. Lacrime solcarono il suo volto mentre dentro tutto svaniva in un'implosione ridicolmente artificiale, lei tentò disperatamente di fingere un'inutile e fasulla difesa di se stessa mentre lui, lui che l'aveva semplicemente posseduta, capiva di aver commesso un terribile orribile deprecabile misfatto. Poi finsero entrambi di essere altrove estranei diversi glaciali ma. Lei aveva ormai scoperto il suo bluff, e non le rimaneva che un vestito troppo appariscente e tacchi infiniti.

sabato 1 agosto 2009

Il proiettore

Un fascio di luce illumina lo schermo in questa notte di stelle e ficare e fiori di gelsomino. Tu racconti una storia magica di luce, ed il proiettore illumina particelle di polline e polvere e sogni, io ancora frastornata da una sere folle di broccato sui tetti di una città sconosciuta osservo le immagini avvolta da canzoni di un passato malnconico. E poi il buio, e sullo schermo la parola "fine".