mercoledì 18 giugno 2014

Il corpo

Eravamo stati distanti tutta la sera. Avevi distrattamente appoggiato la tua mano sul mio ginocchio, per un istante. E null'altro. Poi era sceso il buio, ed eravamo usciti in strada. Tu avevi trattenuto la porta affinché io passassi e le nostre mani si erano sfiorate, avevo percepito il tuo odore e la tua presenza non era più un'ombra vaga. Prepotente avevo avvertito il mio corpo, l'impulso di appoggiarmi a te. Ma avevamo attraversato la strada tenendoci a distanza, la ricerca di un taxi e poi un veloce bacio sulla guancia. Ma il tuo corpo, la sensazione del tuo corpo, non mi aveva abbandonata. E la sua assenza mi rendeva languida, e la sua assenza mi rendeva inquieta.

venerdì 16 maggio 2014

Possessione

Era quel sottile lampo di dolore che squarciava il suo sguardo a provocare in me un sensuale brivido di compiacimento mentre affondavo le mie parole crude nelle sue carni indifese. Lei mi guardava supplice e io infierivo mostruoso sulle sue labbra socchiuse, raccontandole altre notti di passione, altri corpi accarezzati, altre oscurità violate. Lei rimaneva in silenzio, le sue membra appena scosse da un leggero fremito mentre descrivevo minuziosamente la bellezza inarrivabile di tutte le donne che amavo, e lentamente mi insinuavo fra le sue gambe ritrose ad aprirsi, e lentamente scivolavo dentro il suo corpo ostile. Poi con pochi colpi strappavo via il mio piacere, e il suo, senza concederle null'altro che la mia asciutta consuetudine ad abusare di lei, della sua pelle morbida, del suo desiderio di essere mia.

lunedì 28 aprile 2014

Poi

Poi restavamo in silenzio, sdraiati e nudi, sotto una coperta scivolata dal cielo su noi quasi per caso. A volte qualche frase a svelare un passato che non volevamo scoprire, a svelare quel che eravamo stati e che non avremmo voluto essere. Tu sbirciavi il mio sguardo spalancato sulla tua pelle ruvida e stropicciata socchiudendo appena un occhio, sorridendo lento stupito del mio vago silenzio. Baciavo l'interno del tuo braccio che cercava di avvolgermi e annusavo la tua pelle bianca, mentre lenta calava la notte. Poi mi rivestivo e andavo via, perché tu non ti abituassi a me, perché tu continuassi a percepire la mia assenza.

giovedì 20 marzo 2014

La necessità del corpo

Sollevi la gonna sui fianchi, scoprendo le gambe e rivelando la biancheria (dozzinali mutandine di pizzo nero). Io rimango voltata immobile, le mani appoggiate alla spalliera del canapè di pelle rossa. Tu, alle mie spalle, osservi in silenzio. Un secondo, dieci, cento. Immobili ad ascoltare i nostri respiri. La tensione sale, un sottile senso di paura si insinua. Tu osservi la mia pelle bianca e quel pizzo dozzinale che ti infastidisce. Poi, repentino, ti allontani, e ascolto attenta, percepisco i rumori dei tuoi gesti, delle tue mani che frugano alla ricerca di qualcosa. Lento ti riavvicini. Il tuo respiro si fa più profondo, qualcosa nell'aria vibra, un leggero fremito che mi fa rabbrividire. Poi accade, quasi inevitabile, e la sensazione violenta mi strappa un gemito sommesso.
Fuori dalla finestra germoglia primavera.

lunedì 10 marzo 2014

Uno sconosciuto in una domenica di rabbia

Seguo le indicazioni che mi sussurri al telefono. Una porta socchiusa. Una stanza buia. Fatico a scorgere la tua sagoma. Mi indichi il divano. Mi siedo, nervosa e chiudo gli occhi. Tu mi sfiori. Il mio respiro si fa corto e teso. Non vorrei abbandonarmi alle tue mani, non vorrei lasciare che la tua pelle sfiori la mia. Non ti guardo mentre mi fai bere acqua stantia. Le tue mani si fanno più audaci. Scendono. Ansimo. Continuo a tenere gli occhi chiusi mentre i miei sensi si abbandonano a un piacere sconosciuto. Provo vergogna. Te lo sussurro. Tu mi punisci. Umido piacere sgorga. Poi mi rivesto, la penombra si fa meno nemica, scorgo il tuo volto, i tuoi occhi che mi scrutano. Voglio andare, ma mi trattengo per un istante, ancora. Mi domandi il mio nome. Io non domando il tuo.

mercoledì 5 marzo 2014

Una stanza sul Reno

Conosco il tuo gioco, quello sguardo innocente che sembra ipnotizzato dalle mie labbra. Parlo inutilmente e ti distraggo per non pensare al mio sesso duro e pulsante, mentre tu, inopportuna, provochi e sorridi mentre io giocherello con l'anello, sfilandolo e reinfilandolo, nervoso e allusivo. Sorseggi whisky, come in un film dozzinale, fuori dalla finestra scorre un fiume illuminato da brevi fari che fendono le acque. E quel silenzio sospeso che entrambi temiamo, quel momento in cui le parole cesseranno e rimarremo tu ed io.