lunedì 29 settembre 2008

Immagini

Immagini un volto che non hai mai visto, nella tua fantasia chimera senza testa, voce senza suono e lasci che il tuo corpo crei la sensazione di mani che lo sfiorano, odori che accarezzano i tuoi sensi, ubriacandoti di una sensualità che non conoscevi e neghi a te stesso che sia solo un sogno, una favola alla quale hai dato vita e che ora ti avvince, avviluppandoti con le sue spire di dorata illusione. Immagini un volto che ti sussurri le parole che mai nessuno ha osato dirti, gesti che non hai nemmeno creduto possibili straziano le tue carni vergini, e ti ritrovi terrorizzato a cercare di sfuggire alla tua stessa illusione, ed apri gli occhi ed io sono lì, implacabile destino delle tue perversioni.

mercoledì 24 settembre 2008

Esisto?

Mah. Torno a casa a piedi, è giorno, molta gente per le strade, sono anche vestita in modo decente (ma in realtà sempre assurdamente fuori moda, fuori posto, fuori...), entro in un paio di negozi (provo una camicia carina che mi fa sembrare un minatore d'inizio secolo, lo scorso secolo...), e. Ad un certo punto, durante il tragitto fra il nulla e casa (ma finalmente ho trovato il libro che cercavo, Il nipote di Wittgenstein, anche se purtroppo in una di quelle librerie che detesto), dalle parti di piazza Castello, anzi, so esattamente dove, mentre attraverso la strada sulle strisce, diligente, mi domando. Se un albero cade nella foresta e nessuno lo vede, quell'albero è davvero caduto? Ed io, io trasparente inutile silente sola stupida disarmata, esisto?

martedì 23 settembre 2008

Ultima illusione

Il tuo sguardo mi annienta, nel buio di un cinema di periferia fingi un interesse che in realtà non hai, il fruscio della mia gonna ti indispone e attendi fremente il momento in cui potrai allontanarti da me, ma l'odore della mia pelle ti stordisce, stordisce i tuoi sensi allertati dalle immagini che corrono pigre sullo schermo, dialoghi insensati ed una musica troppo forte ti impediscono di reagire, il tuo respiro si fa più lento, e poi mi sfiori, per sbaglio, un lapsus fisico al quale non riesci a rimediare, mi sfiori e non sai che dire, rimani lì, a fissare lo schermo, mentre la tua mano scivola in mezzo alle mie gambe e sale su, fino a perdersi.


domenica 21 settembre 2008

Fiesta!

Indossi quel vestito un po' trasparente ed ondeggi sui tacchi instabile fra la folla che sbircia bancarelle di paccottiglia e dolciumi, un'aria vagamente divertita e la testa fra le nuvole, come sempre, e poi mi urti e mi sorridi ed il contatto fra i nostri corpi, il mio ed il tuo che si sono sfiorati, mi fa scottare la pelle, ti sorrido e tu mi guardi sfrontata, ti afferro per mano e ti trascino via e tu mi segui docile, una via laterale, il rumore della festa si allontana, un portone aperto, le mie mani su di te, le tue labbra su di me ed ansimi ed una frenesia che non riesci a trattenere e poi tutto è buio e passione e fiesta.

sabato 20 settembre 2008

Zitto e scava

Sprofondato in un istante di lucida negazione della realtà, ti trastulli con l'ipotesi di un eremo lontano, sabbia deserto polvere ed un'oasi inspiegabile, sovraumana certamente, mentre fuori dalla tua porta la vita altrui continua a scorrere ignara della tua inutile esistenza, musica di sottofondo al nulla della tua vita, ed a volte ti scordi di respirare e solo uno strano palpito ti spinge a ricominciare, e chiudi gli occhi e rivedi quell'oasi, verde in mezzo ad una gola di rocce e vento e sabbia, un miracolo di cui non ti capaciti, un miracolo come le cellule che ti compongono, come il sorriso che ora deforma la tua faccia.

mercoledì 17 settembre 2008

Buio

Osservi il baratro che si spalanca ai tuoi piedi e ti domandi vergognoso cosa ti abbia spinto fino alla soglia di quell'abisso oscuro. Una curiosità perversa ti spinge ad affacciarti su quel nulla fatto di buio e ti accorgi che la terra che ti sorreggeva a poco a poco comincia a rotolare via, e lento scivoli verso una notte di alcool e parole e sensi allertati da una strana sensazione di paura, pericolo di perdere (cosa? te stesso?) tutto ciò che finora ti ha sorretto sulla tua via di algida perfezione. Ma la realtà è questo buio che ti attira con il suo volgare richiamo di sensi e pelle e carne e odore di corpi e pensieri perversi che non riesci a scacciare, la realtà sono queste lacrime e questo sangue che scorrono dai miei occhi stanchi in questa notte buia ed ubriaca.

Ormoni

Intuisco i tuoi muscoli tesi sotto la stoffa della camicia che indossi, ed immagino le mie dita sfiorare piano la tua pelle candida, il tuo respiro farsi più affannoso e sorrido della mia fantasia perversa, colpa di ormoni in subbuglio in questo autunno ascetico mio malgrado, e ti guardo sfacciata come non mai e tu non puoi far a meno di percepire il mio desiderio che esplode dal guscio di questa maschera che cela la mia natura avida di carezze e gemiti e sesso.

domenica 14 settembre 2008

Una domenica qualunque

Ci siamo svegliati presto, avevi preparato i dolcetti per la colazione e succo d'arancia e burro e marmellata, poi ti eri vestita semplice, proprio come piace a me, una maglietta, una gonnellina ed eravamo usciti, mano nella mano a passeggio fra le bancarelle di un mercatino di cose vecchie e dimenticate. Tu sorridevi, un venticello fresco accarezzava i tuoi capelli schiariti dal sole mentre camminavamo curiosi, e parole leggere fra noi, poi avevamo trovato un posticino carino ed un pranzo veloce, prima di tornare a casa. Tu leggevi un libro mentre io mi inebetivo davanti alla tivù, poi ti accoccolavi a me e dormivi un poco, io ascoltavo il tuo respiro lieve ed era tutto così facile, ed era quello che sognavi e non avresti mai avuto.

sabato 13 settembre 2008

Vento d'autunno

All'improvviso le nuvole oscurarono il cielo, ed un vento freddo cominciò a spirare da est, odore di pioggia e di foglie secche. Io rimanevo ore ad annusare l'aria dell'autunno che arrivava, avvolta in un improbabile maglione che utilizzavo in sostituzione del tuo abbraccio per scaldare la mia pelle che già scolorava dopo un'estate di sole. Passeggiavo sola per strade sconosciute, incuriosita dalla mia stessa solitudine, giorni interi senza che nessuno rivolgesse verso di me la minima attenzione, e divenni a poco a poco aria anch'io, aria d'autunno fredda e profumata, foriera di ultimi frutti in attesa del gelo dell'inverno che già si preannunciava nella luce opaca in quei giorni di settembre.

giovedì 11 settembre 2008

Dieci anni

Sono passati dieci anni dalla prima volta che il mio cuore ha sussultato per te. Dieci anni di sguardi silenziosi, di fantasie immaginate, scrutare la tua pelle ed annusare il tuo profumo che l'aria trasportava. Anni in cui sognare l'istante in cui ti saresti accorto di me, i tuoi occhi avrebbero incontrato i miei e mi avresti sorriso, e tutto sarebbe stato semplice, tutto avrebbe avuto (finalmente) senso. E poi è accaduto, un giorno ti sei fermato a guardarmi e ti sei accorto della mia esistenza. Mi hai sorriso, mi hai parlato ed hai incominciato ad immaginare come sarebbe stato semplice sfiorarmi. Quel giorno io sono morta.

lunedì 8 settembre 2008

La tua voce

Come mi sembra lontana ora la tua voce, le tue parole si disperdono nel silenzio di questo tramonto ed io non provo nulla, insensibile al tuo nervoso spiegarti, stordita dalla luce che filtra attraverso i vetri sporchi di questa casa troppo vuota di te. Ascolto distratta, senza guardarti, ascolto gli spazi fra le frasi che sussurri, ed intanto fisso incantata il cielo che scolora, strisce di nuvole fiammeggianti, il volo veloce delle ultime rondini. Un sorriso vacuo increspa appena le mie labbra, le labbra che non osavi baciare, mentre la tua voce sfiora appena i miei pensieri, ridestandomi da un torpore che assopisce i miei sensi cullati dal calore di quest'aria che scintilla degli ultimi raggi del sole di settembre. Tu parli, ed io non so che dire, rimango in silenzio e ascolto.

sabato 6 settembre 2008

Una fantasia

Sono in coda alla cassa di uno di quei negozi fighetti che detesto (mi perdo sempre, non trovo mai cosa cerco e devo domandare ad otto commessi diversi che mi scrutano con sufficienza, regolarmente non riesco a raccapezzarmi per l'uscita), e davanti a me un uomo, alto, ben vestito ma non troppo, un po' più vecchio di me. Noto che non porta la fede al dito, sotto ad un braccio stringe il quotidiano e porta una cartella elegante, appena un po' usata. Ovviamente non mi vede, sono alle sue spalle. Ma probabilmente non mi vedrebbe nemmeno fossi di fronte a lui, non credo di essere il suo "genere" (a volte mi domando seriamente se io sia il "genere" di qualcuno, a dire il vero). Posa sul banco della cassiera quattro cd (non riesco a scorgerne davvero la copertina, ma sembra musica di un certo tipo, qualunque cosa voglia dire). Per pagare estrae dal portafogli una carta di credito, American Express. La cassiera gli domanda un documento. Lui appoggia il quotidiano su una sorta di mensola, estrae un documento (ma non riesco a distinguerlo, potrebbe essere una di quelle nuove carte d'identità, non so, io possiedo solo il passaporto). Mentre lo osservo rimugino sulla mia strana situazione. Perché lo sto facendo? Cosa mi spinge a raccogliere tanti particolari su uno sconosciuto? Poi lui si allontana ed io comprendo. Ha dimenticato il quotidiano sul banco. Lo afferrro, due passi e "Scusi!". Lui si volta. Ignora il mio sorriso mentre gli porgo il giornale che aveva dimenticato.

venerdì 5 settembre 2008

Il giorno dell'abbandono

Lei constatò vagamente che la situazione sarebbe poi, in un certo modo, apparsa ridicola, non fosse che tutto si era accavallato in talmente poco tempo che faticava davvero a comprendere il peso di quegli addii (telefonati, sussurrati, predetti, predestinati, voluti, quasi cercati). Tutti, indipendentemente, quel giorno, le avevano rivolto il loro ultimo sguardo, come se fosse ormai distesa nella bara, ma sì, ancora viva, ancora per un po', ma lontana dalle loro esistenze che ora sarebbero continuate un po' più leggere, un po' più vuote (si interrogò oziosamente sul binomio leggero-vuoto, affacciandosi ad un abisso filosofico. Il mondo ci vuole più leggeri, ovvero più vuoti, ma ogni passo nella vita ci carica di un fardello di esperienze che si accresce inevitabilmente... ma no, non è questo il luogo giusto, non questo mio cervello di groviera). Constatò poi, sempre oziosamente, il lapsus che ne rivelava l'esistenza (chi scrive? di chi sta scrivendo? è forse questo un diario?), e ridacchiò pensando divertita a quel pervertito che spulciava le sue parole in cerca di pruderie con le quali solleticare il suo ego ed il suo sesso. Ridacchiò ancora, forse un po' più forte, questa volta, cercando il coraggio di vivere ancora questo giorno, il giorno in cui tutti l'avevano abbandonata, e si sentì ebbra ed impaurita di fronte alle infinite possibilità che le si aprivano di fronte (o almeno tentò di illudersi che infinite fossero le possibilità). Nello specchio del bagno vide i suoi occhi pieni di lacrime.

giovedì 4 settembre 2008

Isola

Trasparente come l'acqua scivolo lenta in mezzo ad una scintillante folla serale, nessuno sguardo mi sfiora, nulla tocca la superficie liscia della mia pelle abbronzata da un'estate di sole ed onde, mentre cammino per le strade di questa città che brulica smog e vita, alla ricerca della prova della mia esistenza. Ed invece sono solo un sogno, sono solo il miraggio di quella mitica isola che vagava fra i flutti senza una meta, in cerca di un approdo dove riposare e generare divinità. Ma Zeus non si cura di me, non si cura della mia piccola anima trasparente di peccati, trasparente di illusioni.