venerdì 16 maggio 2014

Possessione

Era quel sottile lampo di dolore che squarciava il suo sguardo a provocare in me un sensuale brivido di compiacimento mentre affondavo le mie parole crude nelle sue carni indifese. Lei mi guardava supplice e io infierivo mostruoso sulle sue labbra socchiuse, raccontandole altre notti di passione, altri corpi accarezzati, altre oscurità violate. Lei rimaneva in silenzio, le sue membra appena scosse da un leggero fremito mentre descrivevo minuziosamente la bellezza inarrivabile di tutte le donne che amavo, e lentamente mi insinuavo fra le sue gambe ritrose ad aprirsi, e lentamente scivolavo dentro il suo corpo ostile. Poi con pochi colpi strappavo via il mio piacere, e il suo, senza concederle null'altro che la mia asciutta consuetudine ad abusare di lei, della sua pelle morbida, del suo desiderio di essere mia.