domenica 9 aprile 2006

Chiuso per ferie

Un ultimo sguardo al biglietto aereo, a sincerarmi che non l'abbia immaginato, ed eccomi di nuovo in partenza, in una patetica situazione che sconforterebbe chiunque, ma non me, nonostante le occhiate di (cosa? compassione forse?) indulgente derisione altrui sul mio modus viaggiandi, ovvero single con genitori, e so che fa tanto sfigata, e non ho mai negato di esserlo, però viaggio gratis ed un uomo lo posso sempre trovare in loco, ammesso che mi interessi, ed al momento non è così, ma. Il sole sulla pelle risveglierà ancora desideri sopiti e fantasticherò su labbra straniere su di me e immaginerò avventure esotiche, erotiche, no, esotiche, in cui spie e archeologi lotteranno per il gioiello in grado di cambiare il mondo, o qualcosa del genere, ed io mi ergerò affascinante eroina tra pistole ed oasi e lo so, è da sfigati, ma intanto sarò in riva al mare, sotto il sole a fare niente. Baci.

D.

Siamo clienti quasi abituali. Tu sei giovane, e con l'aria dolce, e io ti ho tormentato un po', all'inizio, con le mie richieste biascicate, acqua molto gasata, caffé ma con zucchero di canna, e chissà che altro, ma tu hai capito che era tutto un tentativo di attirare la tua attenzione e sei stato al gioco, ed hai addirittura imparato il mio nome, mi domando chi te lo abbia suggerito, così adesso mi abbindoli con il tuo sorriso ed i tuoi modi quasi confidenziali e sei davvero così carino, che lo so che è un termine orribile, ma tu sei davvero carino mentre mi porgi una deliziosa bavarese alle fragole, e pago il conto senza fiatare, ma la mancia no, quella non te la lascio. Diventeresti un prostituto...

martedì 4 aprile 2006

Amnesia

Ti fermasti gentilmente a parlare con me ed io pensai che tu fossi davvero carino e gentile, poi a poco a poco intuii dalle tue parole che dovevi conoscermi e, peggio ancora, che io avrei dovuto conoscerti, o meglio, riconoscerti. Ma, per quanto mi sforzassi, il tuo volto non evocava in me alcun ricordo, il tuo profumo non aveva mai sfiorato la mia pelle e le tue labbra non si erano mai posate sui miei occhi. Eppure avrei passato volentieri alcune ore tra le tue braccia forti, e già rabbrividivo sotto le tue carezze per ora soltanto immaginate. Sorridevo annuendo ebetemente alle tue parole dolci ed argute, e la mia risata quasi isterica celava una sola domanda: "ma tu, chi cazzo sei?".

lunedì 3 aprile 2006

Let's say that love is blind/let's say that time is kind/let's say that is not over until it's over

E quando credetti che fosse tutto finito arrivasti tu, con il tuo sguardo svagato ed un sorriso ingenuo sulle labbra, e mi domandai se fossi davvero qualcosa di nuovo o se fossi la sintesi di tutto il mio passato, ed attesi l'esplosione della tua anormalità, ma non venne mai. Eri semplice come il vento fresco sulla pelle e lunghe passeggiate in riva al mare ed eri costantemente priva di sottintesi, questo mi spiazzava, abituato com'ero ai giochetti perversi di donne troppo concentrate sul nostro futuro insieme per accorgersi che quel futuro non sarebbe mai venuto. Sarebbe stata così perfetta, la vita con te. Avremmo camminato insieme, saremmo invecchiati insieme. Perché te ne andasti, non lo capirò mai. Eri la mia cagnolina preferita.