martedì 29 novembre 2011

Meraviglioso!

Poi sopravvivere divenne quasi semplice, trascinando i giorni verso un abisso che raggiungevo solitaria ogni sera. A volte qualcuno si addormentava per un istante nel mio letto, e io sorridevo di quella finta normalità, mentre a poco a poco il mio sguardo si rattristava e il cuore appassiva. E poi. E poi tu stringevi d'improvviso le mie mani e io avrei voluto solo morire in quegli istanti, perché tutto avesse termine in una lenta dissoluzione luminosa.
Infine. Inciampai in un meraviglioso sbaglio, giorni perduti a fantasticare (ancora? di nuovo?) in un impeto di sano (suvvia, sano? non scherziamo proprio ora) masochismo non risolto, biancheria sofisticata e maglioncini impalpabili, e tu stringevi ancor più forte le mie mani, per impedirmi di schiaffeggiarti, ammettilo.

E intanto si avvicinava l'inverno. 

venerdì 19 agosto 2011

Gourmet

Mi piaceva osservarla mangiare, assaporare i superbi piatti che le preparavo. La invitavo spesso a cena quando chiudevo il ristorante: io e lei nella cucina silenziosa, dove sperimentavo piatti inusuali per stupire le sue papille gustative. Lei taceva, e mangiava, le sue labbra carpivano succulenti bocconi, i suoi denti sminuzzavano e trituravano incessantemente... E poi, un giorno, mi domandò di cucinare per lei qualcosa di inaspettato, qualcosa che la convincesse che il mio amore per lei era puro e assoluto. Un pezzo di me.

lunedì 27 giugno 2011

Gioco al massacro

Lui scivola in lei con forza rabbiosa. La osserva inarcare inconsapevolmente la schiena, per accoglierlo in profondità. Osserva le sue labbra schiudersi, il respiro accelerare a ogni spinta, farsi più denso, più liquido. Osserva il suo sguardo perdersi in un altrove sconosciuto, gli occhi brillare di una luce ferina.
Poi.
Si riveste veloce, fermandosi per un istante sulla soglia, prima di uscire da quella casa impregnata dell'odore dei loro corpi. Lei gli porge una banconota. Lui l'afferra vergognoso. Il valore del suo corpo, il valore del loro amarsi.

sabato 14 maggio 2011

Dietro la porta

Busso alla porta della camera di mio figlio, e senza quasi attendere risposta, entro. Lei è seduta sul letto, accanto a lui, indossa qualcosa, un nulla di seta grigia,e la sua pelle è biscotto di spezie. Il sangue affluisce al mio volto, le orecchie mi ronzano e una vertigine mi impedisce di parlare. Mi afferro alla maniglia, per nascondere il mio cedimento. Lei sorride appena, inclina un poco il capo guardandomi e io farfuglio qualcosa di assolutamente inutile: Nello sguardo di mio figlio un compiaciuto divertimento, mentre il mio imbarazzo si fa più evidente, quasi tangibile, in una pigra mattina di una domenica di maggio.

martedì 29 marzo 2011

Le coin

Lui non prova alcun desiderio. Camminano affiancati in una strada buia, pochi passanti sul marciapiede opposto. Lui si ferma vicino ad un portone. Lei gli si accosta, incuriosita. Lui la spinge, con gentilezza, quasi -per assurdo- con ritrosia, contro l'angolo, le solleva la gonna e infila le sue dita fra le mutandine un poco umide. La tocca per pochi secondi, avverte il suo respiro farsi più intenso. Si ritrae. Lei abbassa vergognosa la gonna, e riprendono a camminare in silenzio. Lui ora sa che lei vorrebbe dire di sì. Lui ora sa che lei è sua.

sabato 26 febbraio 2011

La donna in vetrina

La vedo, nella vetrina di un caffè. Sfoglia una rivista, indolente, sorride al cielo, sognando chissà cosa. Mi fermo ad osservarla, un istante. Lei nemmeno se ne accorge, perduta dietro qualche rimpianto, e d'improvviso l'impulso di gridare, per scuoterla e risvegliarla dalle sue fantasie. Ma riprendo a camminare, allontanandomi da quella vetrina, allontanandomi da quel suo sorriso dolce, da quei suoi occhi vivi e distanti allo stesso tempo. Mi allontano e so di averla perduta.

giovedì 3 febbraio 2011

Freddo

A volte immagino il giorno in cui lui scomparirà. Immagino il dolore che proverò, immagino le lacrime che righeranno il mio viso. Immagino il momento in cui lui deciderà che ero solo un gioco per sfuggire alla noia della sua vita perfetta. Immagino il momento in cui, scoperta la mia assoluta imperfezione, volterà il suo sguardo in un'altra direzione e io sarò perduta, per sempre. Quel giorno sarò libera.

venerdì 28 gennaio 2011

La tentazione

Era sprofondare le mie mani in lei e sentirla gemere e fremere in quelle fredde sere di un inverno infinito. Afferrava le mie dita per portarsele alle labbra. Io non sapevo che dire, ascoltavo il suo strano silenzio rotto soltanto dal suo respiro caldo sulla mia pelle, dal suo piacere urlato. Mi fermavo talvolta ad osservarla bere avida. La guardavo appoggiare le labbra al bordo del bicchiere, vedevo la sua gola deglutire e baciavo le tracce d'acqua fresca che bagnavano le sue labbra. Una strana malinconia nel suo sguardo lasciava intendere una tacita domanda a cui non potevo rispondere. A volte fingevo di non desiderarla, a volte fingevo che lei si fosse dissolta nell'aria circostante. E poi il desiderio vinceva su tutto e mi ritrovavo a vagare nella strada sotto casa sua. Dietro le tende scorgevo una luce tremula. E bussavo, per entrare ancora una volta, per sprofondare ancora una volta in quel peccato non originale.