martedì 31 marzo 2009

Preda

All'inizio una vaga sensazione, il rumore di passi sul selciato risuona lontano, poi il desiderio di alzare il ritmo e quella presenza non si allontana, ma anzi, raddoppia. Sbircia inquieta l'oscurità che le si staglia innanzi, ma non demorde, nonostante il dolore abbia ripreso a farsi sentire ed i suoi passi siano diventati più incerti, più faticosi. Non avverte paura, le due presenze che la seguono continuano le loro manovre di accerchiamento, ma lei continua veloce verso il ritorno, qualche lampione lontano rivela la presenza di movimenti altrove, ed intanto si domanda quando attaccheranno (lo sa, sa che lo faranno), quando si accorgeranno che il dolore è divenuto troppo gravoso per continuare quella strana fuga. E poi la strada si spalanca, diventa piazza, ed i due devono desistere, hanno atteso troppo, mentre lei scivola veloce in un androne, per un attimo rimangono stupiti dalla sua repentina scomparsa (non sanno che semplicemente si è nascosta ed attende calma che svaniscano, come certi brutti sogni che lasciano un'inquieta sensazione al risveglio). Ora scruta la piazza ormai vuota, ora puó zoppicare fino a casa, gazzella viva per un giorno ancora.

giovedì 26 marzo 2009

Metafoto

A volte sbircia il suo riflesso nel vetro della finestra che le sta di fronte per assicurarsi di esistere ancora, di non essere aria ed illusione. A volte, nel silenzio di quel palazzo di vetro e cemento, tocca il suo sesso per provare qualche sensazione che le confermi di essere ancora viva. A volte, mentre i suoi passi avanzano su moquette che attutisce ogni suono, incrocia qualcuno, e si stupisce se accenna un cenno di saluto. A volte canticchia sommessa solo per ascoltare il suono della sua voce, per non dimenticarlo. A volte crede di essere solo una foto sbiadita rigata sgranata nella quale fatica a riconoscersi, a volte crede di essere solo parole di carta.

lunedì 23 marzo 2009

L'equilibrista

Barcollo su tacchi a spillo fra i marciapiedi di una nuova città, in perenne fuga da me stessa e da una vita di sogni e sbagli ed inciampo in un biglietto abbandonato da un amante sbadato, ma prima di toccare il suolo tu mi afferri e mi rialzi, io ti sorrido con labbra di rossetto e le tue mani ancora mi trattengono, i tuoi occhi mi scrutano attenti, io ti scrollo via con un gesto stizzito, domandandoti importuna perché non mi lasciasti precipitare, rimpiangendo il momento in cui le mie ginocchia, il mio volto, la mia pelle avrebbero toccato terra, sfregiandosi sul selciato, ed il dolore sarebbe finalmente scaturito fisico, mentre ora rimane intrappolato in un urlo inesploso che lacera la mente, fasullo equilibrio che tutti scambiano per felicità.

giovedì 12 marzo 2009

Mentre ti aspetto

Ora rimango in silenzio ad aspettare il momento in cui busserai alla porta e comparirai dopo questi mesi di lontananza. Io apriró fremente, uno sguardo imbarazzato per un solo istante, il tempo di percorrere la distanza che separa il mio corpo dal tuo, il tempo di avvicinarmi e di appoggiare le mie labbra alle tue, sentire nella mia bocca il tuo sapore, le tue mani che finalmente mi stringono a te, gli odori quasi dimenticati ormai della nostra pelle che ora inebriano i ricordi. Ora rimango ad aspettarti, vago nervosa per le stanze polverose, provo vestiti che non useró, bevo qualcosa, per ingannare il tempo e me stessa, mentre ti aspetto, mentre i minuti scorrono e tu non arrivi.

PS. Domando scusa ai puristi ma su questa nuova tastiera non ho ancora capito come fare ad inserire accenti gravi sulle vocali.

martedì 10 marzo 2009

L'innocenza perduta

Ora sfiori i miei sogni più oscuri, con parole di sesso e piacere alle quali non riesco a resistere, nella mente immagini e sensazioni tattili quasi violente, eppure ancora riesco a trattenere l'ingordigia che mi strazia le viscere, ancora preservo l'innocenza dei gesti (quella del pensiero andó perduta troppo tempo fa), ancora mi scosto, il volto rigato di pianto e rimpianto, all'assalto furioso del tuo corpo teso verso di me, della tua bocca avida della mia pelle, delle tue mani che cercano di afferrarmi violente, sfuggo e tremo di desiderio.

martedì 3 marzo 2009

Voci

Tu ora ascolti una voce giunta da lontano, ed immagini. Immagini una gonna che scopre un poco le gambe, immagini unghie laccate pronte a graffiare, immagini pelle profumata e calda. Ed io, mentre ti parlo, immagino. Immagino mani forti pronte ad afferrarmi, occhi un poco stanchi di vita e di lavoro, l'odore di una giornata che tramonta sul tuo corpo, una camicia un po' aperta, la barba che punge, gesti lenti e sicuri di una vita goduta. Ora le tue parole si avvicinano, ora ascolto i battiti del tuo cuore, ora la mia voce lontana tace, e sono accanto a te.