giovedì 20 marzo 2014

La necessità del corpo

Sollevi la gonna sui fianchi, scoprendo le gambe e rivelando la biancheria (dozzinali mutandine di pizzo nero). Io rimango voltata immobile, le mani appoggiate alla spalliera del canapè di pelle rossa. Tu, alle mie spalle, osservi in silenzio. Un secondo, dieci, cento. Immobili ad ascoltare i nostri respiri. La tensione sale, un sottile senso di paura si insinua. Tu osservi la mia pelle bianca e quel pizzo dozzinale che ti infastidisce. Poi, repentino, ti allontani, e ascolto attenta, percepisco i rumori dei tuoi gesti, delle tue mani che frugano alla ricerca di qualcosa. Lento ti riavvicini. Il tuo respiro si fa più profondo, qualcosa nell'aria vibra, un leggero fremito che mi fa rabbrividire. Poi accade, quasi inevitabile, e la sensazione violenta mi strappa un gemito sommesso.
Fuori dalla finestra germoglia primavera.

lunedì 10 marzo 2014

Uno sconosciuto in una domenica di rabbia

Seguo le indicazioni che mi sussurri al telefono. Una porta socchiusa. Una stanza buia. Fatico a scorgere la tua sagoma. Mi indichi il divano. Mi siedo, nervosa e chiudo gli occhi. Tu mi sfiori. Il mio respiro si fa corto e teso. Non vorrei abbandonarmi alle tue mani, non vorrei lasciare che la tua pelle sfiori la mia. Non ti guardo mentre mi fai bere acqua stantia. Le tue mani si fanno più audaci. Scendono. Ansimo. Continuo a tenere gli occhi chiusi mentre i miei sensi si abbandonano a un piacere sconosciuto. Provo vergogna. Te lo sussurro. Tu mi punisci. Umido piacere sgorga. Poi mi rivesto, la penombra si fa meno nemica, scorgo il tuo volto, i tuoi occhi che mi scrutano. Voglio andare, ma mi trattengo per un istante, ancora. Mi domandi il mio nome. Io non domando il tuo.

mercoledì 5 marzo 2014

Una stanza sul Reno

Conosco il tuo gioco, quello sguardo innocente che sembra ipnotizzato dalle mie labbra. Parlo inutilmente e ti distraggo per non pensare al mio sesso duro e pulsante, mentre tu, inopportuna, provochi e sorridi mentre io giocherello con l'anello, sfilandolo e reinfilandolo, nervoso e allusivo. Sorseggi whisky, come in un film dozzinale, fuori dalla finestra scorre un fiume illuminato da brevi fari che fendono le acque. E quel silenzio sospeso che entrambi temiamo, quel momento in cui le parole cesseranno e rimarremo tu ed io.