lunedì 17 maggio 2010

Ersatz


Non ne era rimasta nessun altra. Giaceva triste, abbandonata su quello scaffale, un po' sgualcita dalle mani dei compratori che l'avevano afferrata per poi rimetterla lì, senza comprarla. Non aveva difetti, no, ma era un poco impolverata, aveva insomma l'aria di essere lì da troppo tempo, in attesa di un acquirente che apprezzasse il suo sguardo triste. Per un istante pensò di fingere, di sfoggiare uno sguardo accattivante e malizioso, sorrise di se stessa con una certa ironia, quand'ecco che lui la afferrò. Certo, lei non era proprio il modello che desiderava, decisamente sembrava un po' troppo datata e complicata, considerò che forse non avrebbe dovuto accontentarsi, ma era stanco di cercare, i piedi gli dolevano, la notte calava sulla città e lui voleva rincasare prima che le tenebre fossero scese sul mondo. La prese, pagò alla cassa e le sorrise. "Ora sei mia", le disse. "Ora sono tua", lei rispose.  

martedì 11 maggio 2010

I fiori che gettai

Una fredda notte di primavera, i miei passi risuonano sul selciato mentre aspetto il tuo arrivo. Poche auto per le strade vuote, alberi fioriti sprigionano un impercettibile profumo di miele e dolcezza, ed un languore che scuote i sensi, che fa desiderare invano labbra soavi e timidi sguardi, gesti arditi e parole che incidono l'anima. Mi fermo ad annusare l'aria, un piccolo movimento appena percepito nell'oscurità. Sorrido. Sorrido e mi volto verso di te. "Sei qui". Tu abbassi il capo, in terra giacciono petali portati dal vento. "Sei qui", ripeto. Ora appari triste, ora mi sussurri piano: "No".

lunedì 3 maggio 2010

Il cuore

Frugai fra le sue carni straziate. Ero convinto che non lo avrei trovato, di certo non poteva possederlo. Mi accorsi appena del mio corpo imbrattato dal suo sangue. E poi, invece, lo vidi. Allungai lentamente la mano per afferrarlo, le dita protese ma incerte. Eccolo. Un lungo squarcio lo aveva lacerato, notavo che altri punti recavano i segni di ferite passate. Quindi non mentiva. Anche lei ne possedeva uno. Riflettei un istante. Poi un leggero luccichio sul suo viso attirò la mia attenzione. Una lacrima rigava il suo volto esanime. Sospirai.