mercoledì 28 aprile 2010

Tramonto

Lui si allontana veloce, ora. Ogni passo risuona più fioco, l'immagine svanisce e resta una dolce malinconia che strazia le viscere, resta il sapore di un ultimo bacio sulle labbra ora bagnate di pianto, resta il desiderio mai sopito del suo tocco lieve sul mio corpo che già si dissolve, che già si sgretola per la sua assenza. La notte arriva, a riempire di buio i suoi spazi luminosi, io sono nulla ormai, le tenebre mi avviluppano e non mi resta che ululare alla luna.

mercoledì 21 aprile 2010

Piccola digressione

Decido una piccola fuga, nessuno mi insegue fra i vicoli perduti di locali equivoci. Mimetizzata da un passato che ora fingo di non aver vissuto, oscillo la testa a ritmi tribali, brandisco un rossetto acceso come segnale distintivo di ciò che sono, bevendo un the troppo caldo di zenzero. Ascolto parole vuote, mentre cerco Dio in una sfera stroboscopica (la musica palpita dentro di me), i piedi battono il ritmo, tu sei altrove (tu sei sempre altrove) ed io invece no.

domenica 18 aprile 2010

Il fidanzato immaginario

Per un istante temo che lui non arrivi. Poi mi volto, uno strano presagio, e lui è lì, perfetto, sorridente e nervoso, come sempre. Io mi sento svenire dalla gioia, fingo di non provare alcun sollievo, vorrei poterlo toccare ed invece nulla. Ma poi lui osserva il mio vestito sorpreso, io spero di piacergli, so di non essere bella, so che il suo sguardo è attratto da altre donne, ma cerco in ogni modo, pateticamente, di compiacerlo. Una strana tristezza mi assale, e poi sono di nuovo sola, lui è svanito, nel sole di una domenica pomeriggio, io resto in un caffè ad inseguire sogni e ad inventare parole che riempiano gli spazi della sua assenza.

sabato 10 aprile 2010

Anime

D'improvviso ti sveli, appena un poco, parole sussurrate, la tua vita che offri, mi vedi appena, sai che stai giocando d'azzardo, sai che sei andato troppo oltre. Un passo indietro, senza guardare, ed ecco il baratro. Inciampi, barcolli, ed io allungo una mano. Ti afferro, lascio che il tuo corpo si affidi a me, totalmente. E poi una spinta violenta, ti scaglio nello spazio aperto, tu precipiti. Ma è un attimo, anche io mi getto dietro di te in quegli abissi, ti raggiungo in quell'infinita caduta, ti stringo a me ed attendo che i nostri corpi si sfracellino nel peccato.

mercoledì 7 aprile 2010

Una fantasia

Lui insinua una mano fra i bottoni del mio soprabito, tremante, con sussiego. Sfiora la pelle tesa del mio petto, scivola in basso, verso il cuore. La mia pelle è gelida e sudata, allo stesso tempo. Ora mi sostiene, accompagnandomi all'aria aperta, io sono in preda alle vertigini, la vista annebbiata. Lui parla, parole di conforto, io mi lascio trascinare (verso dove?) senza opporre alcuna resistenza. La luce del sole mi abbaglia, vacillo, poi i sensi si snebbiano, riprendo a respirare e lo guardo, lo guardo per la prima volta, e sorrido.

domenica 4 aprile 2010

Una notte di assenza

Era la mancanza del suo corpo accanto al mio, una dolorosa amputazione che non riuscivo a superare. Lo strazio fisico mi impediva di dormire, mi rigiravo immaginando la sua bocca altrove, pensieri dolorosi nelle tenebre di una notte piovosa e fredda, le sue mani su un'altra donna, il suo piacere che esplodeva senza di me, senza che io potessi godere dell'istante in cui il suo sesso perfetto deflagrava. Poi venne la stanchezza, il digiuno penitente addormentò i miei sensi e sogni contorti fino all'alba. Aprii gli occhi. Un piccolo, timido raggio di sole filtrò fra le spesse tende. Lui non c'era. Mi alzai, mi affacciai alla finestra. In strada uno spazzino fischiava piano.