mercoledì 7 aprile 2010

Una fantasia

Lui insinua una mano fra i bottoni del mio soprabito, tremante, con sussiego. Sfiora la pelle tesa del mio petto, scivola in basso, verso il cuore. La mia pelle è gelida e sudata, allo stesso tempo. Ora mi sostiene, accompagnandomi all'aria aperta, io sono in preda alle vertigini, la vista annebbiata. Lui parla, parole di conforto, io mi lascio trascinare (verso dove?) senza opporre alcuna resistenza. La luce del sole mi abbaglia, vacillo, poi i sensi si snebbiano, riprendo a respirare e lo guardo, lo guardo per la prima volta, e sorrido.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Emh... era un micione castrato, vero?
(sempre Tuo, Anton Vito)