martedì 26 giugno 2007

Sussurro

Avvicino lentamente le mie labbra al tuo orecchio sinistro, in modo che tu possa sentire il mio respiro lento e caldo accarezzarti il collo, e schiudo un poco la bocca, sfiorandoti appena il lobo e percepisco un fremito nascosto sotto la tua pelle che profuma di alberi e vento, di mare e sole. Tu non osi muoverti, conscio che basterebbe il più impercettibile sussulto ad appoggiare la mia bocca su di te, ed aspetti la mia voce che ti sussurri, in questa sera di sabbia e polvere, parole inconfessabili che ti facciano ancora sognare e rimani un ultimo istante a farti accarezzare dal mio respiro, ma io mi allontano, solo un po', e tu ti volti e le nostre bocche si sfiorano e l'incanto svanisce.

sabato 23 giugno 2007

Ascensore

L'ascensore scendeva sferragliando e cigolii sinistri e le tue parole di desiderio e passione riempivano le mie orecchie in quella manciata di secondi verso la strada, verso la libertà dalle tue mani smaniose sul mio vestito di seta e profumo di buono e sandali e rossetto, e poi mi ritrovai all'aperto e tu svanisti, abbagliato dalla luce di un pomeriggio caldo di mezza estate, ed io rimasi ad annusare la tua assenza, rimpiangendo le tue labbra ed i tuoi sussurri sconci.

giovedì 21 giugno 2007

Odio l'estate

La strada scorreva veloce e vento in faccia dai finestrini aperti su colline e ulivi e laggiù, in fondo, un mare azzurro di onde e sogni e lente bracciate verso il largo, rimanevo ore a guardare la costa che si allontanava mentre la corrente inesorabile mi spingeva verso l'orizzonte ed intuivo il tuo arrivo, più che vederlo, tu toglievi la maglietta e ti tuffavi indolente, i ricci impregnati di gocce come cristalli, e non mi guardavi mai, ma sapevi che ero lì, ed una sera ci incontrammo sotto le stelle di luglio e tu sbirciasti i miei piedi e i miei sandali e solo allora ti accorgesti che esistevo.

sabato 16 giugno 2007

Paura

Lei rimase nascosta ad aspettare che i suoi passi si allontanassero, trattenendo il respiro in modo che lui non potesse percepire la sua presenza. Un fremito di paura percorreva il suo corpo, e chiuse ancora un attimo gli occhi cercando di scacciare dalla sua mente la dolorosa consapevolezza che soltanto una porta chiusa a chiave li separava, e che se lui avesse provato a girare la maniglia avrebbe subito capito che lei era ancora lì, che la minaccia di andarsene era solo l'ennesima bugia. Una lacrima rotolò dai suoi occhi, scorrendo cristallina sul suo volto terrorizzato da quella presenza e si domandò per quanto tempo avrebbe avuto ancora paura, per quanto tempo sarebbe rimasta in quella casa aspettando con terrore il suo ritorno.

sabato 9 giugno 2007

Luce

Passammo le serate a bighellonare per strade illuminate da neon asettici e biancastri, vento caldo dal deserto e odore di spezie dai negozietti che sbirciavamo mentre le nostre mani si sfioravano quasi inconsce lungo i nostri passi lenti e svogliati, poi rientravamo in quella polverosa stanza di un albergo fatiscente e rimanevamo a lungo nel letto immobili a fissare il soffitto ed un ventilatore che girava stanco, e non parlavamo mai, ci bastava la presenza dei nostri corpi a riempire le nostre anime di vita e di sorrisi.

martedì 5 giugno 2007

Finzione

Fingo di essere bella, intelligente, dolce e divertente in questo mattina di sole e bancarelle, tu mi parli veloce mentre passeggiamo tra i banchi di un mercato qualunque ed ammiri quasi estatico il mio sorriso leggero nell'aria tiepida di un sole che sbuca tra nuvole di panna montata, e non sai che è tutta finzione, che nel mio animo sono disperata e triste e lacrimosa e noiosa e stupida, ma io continuo a fingere per compiacerti, per sedurti verso il baratro della mia solitudine, e tu quasi ammiri la tela che ti cattura e mi domando se tu sia ciò che desidero o solo l'ennesimo capriccio di una vita vuota ed insensata.

sabato 2 giugno 2007

La tua voce

Sollevo la cornetta del telefono titubante e compongo molto lentamente il tuo numero, fermandomi ancora un istante prima dell'ultima cifra e trattengo il respiro mentre ascolto i trilli che ti distolgono dalla tua cena solitaria, gli occhi fissi ad uno schermo che ti tenga compagnia impedendoti di pensare alle decisioni che ti hanno portato fino a quella stanza squallida in un mondo al quale ti aggrappi ferocemente per non dover più volare e precipitare e soffrire e perderti e allunghi la mano ad afferrare il telefono con un certo fastidio e rispondi "Pronto" ed il mio cuore ha un sussulto ma non riesco a proferire parola e percepisco i tuoi respiri, e so che tu hai capito che ci sono io al di là della tua vita e del tuo spazio e rimaniamo in silenzio ad ascoltare la nostra solitudine.