tag:blogger.com,1999:blog-210588432024-03-14T08:50:29.267+01:00La gatta curiosaBrevi racconti in giro per il mondo e per l'anima.MBarbarahttp://www.blogger.com/profile/02206616280373431802noreply@blogger.comBlogger416125tag:blogger.com,1999:blog-21058843.post-15593789537746694712015-04-10T14:14:00.001+02:002015-04-10T14:14:58.017+02:00Una fantasia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-6RhGieIrFwE/VSeFonNaegI/AAAAAAAABG8/bybsRAMRN0E/s1600/20140503_224016.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-6RhGieIrFwE/VSeFonNaegI/AAAAAAAABG8/bybsRAMRN0E/s1600/20140503_224016.jpg" height="240" width="320" /></a></div>
Rimanevo certe sere ad aspettare che il sole svanisse all'orizzonte e che le tenebre cancellassero il calore della giornata. Tu eri lì, in silenzio accanto a me, ad aspettare che il freddo, il sonno o un vago senso di colpa mi spingessero a rientrare. A volte mi prendevi per mano, camminando al mio fianco, annusando quell'acre odore salmastro che la sabbia bagnata sprigionava nel vento. A volte invece mi raccontavi qualche pezzo della tua vita, cercando fra le parole affinità celate. Io mi sentivo in obbligo di apparire migliore di quanto non fossi in realtà, e mi vergognavo di questa mia debolezza, anelando inutilmente che le tue labbra sfiorassero le mie per farmi tacere. E avrei voluto, davvero, avrei voluto che tu non fossi semplicemente il frutto di una mia fantasia. MBarbarahttp://www.blogger.com/profile/02206616280373431802noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21058843.post-17306852620508799782015-03-20T22:24:00.001+01:002015-03-20T22:26:01.699+01:00L'hotel<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: start;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-R_zEkkFWtes/VBLUcgk-DxI/AAAAAAAABFk/CvzwZW9j0JE/s1600/10612926_10204739277631885_8832494613840056328_n.jpg" imageanchor="1" style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0); margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><span style="color: black;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-R_zEkkFWtes/VBLUcgk-DxI/AAAAAAAABFk/CvzwZW9j0JE/s1600/10612926_10204739277631885_8832494613840056328_n.jpg" height="240" width="320" /></span></a>Mi perdo in fantasie insensate mentre un altro inverno trova fine, aggrappata all'orlo di un bicchiere che si svuota troppo in fretta, oggi mi hai sorriso sconosciuto su un autobus per il peccato, parafrasando Tennessee Williams, io circondata da bambini e tu, ammiccante e silenzioso, accusatorio per la mia sterilità, ma ancora tutto, sempre nella mia testa, e d'un tratto una smorfia di (dolore? rimpianto?) stanchezza ha deformato il mio volto, e i miei occhi si sono spalancati più del solito e avrei quasi voluto mi seguissi in questo hotel dove mi rifugio quando tutto diventa difficile, quando tutto diventa illogico, quando il suo peregrinare lo fa inciampare nei miei passi, e invece mi ritrovo sola in questa sera di tentativi e fallimenti, in questa sera di attesa del suo corpo perfetto, armonia di suoni contro la discrepanza della mia carne lacerata, ancora una volta, dal suo sesso duro, e ripenso a te, sconosciuto che non hai avuto il coraggio di seguirmi in questo abisso a cinque stelle.</div>
MBarbarahttp://www.blogger.com/profile/02206616280373431802noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21058843.post-53882627546448272262015-02-04T09:32:00.002+01:002015-02-04T09:33:07.032+01:00L'ospite <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-toPm3HoIUVM/VNHYBMwKszI/AAAAAAAABGQ/KWGaG5GkvDg/s1600/20140412_162346.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-toPm3HoIUVM/VNHYBMwKszI/AAAAAAAABGQ/KWGaG5GkvDg/s1600/20140412_162346.jpg" height="320" width="240" /></a></div>
E poi di te rimane<br />
l'odore intrappolato<br />
tra le coperte<br />
un paio di calzini<br />
sporchi<br />
abbandonati<br />
dimenticati<br />
sul pavimento<br />
della mia camera da letto<br />
piatti puliti<br />
in<br />
illogico<br />
ordine<br />
la carta che avvolgeva<br />
cioccolato al latte<br />
un asciugamano<br />
ripiegato sui fornelli<br />
il cuscino sghembo del divano<br />
le mie mani che cercano invano le tue<br />
e l'idea confusa che<br />
se solo<br />
io<br />
fossi stata un'altra donna<br />
allora tu mi avresti amato.<br />
<br />MBarbarahttp://www.blogger.com/profile/02206616280373431802noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21058843.post-1770387376000684902015-01-23T16:14:00.000+01:002015-01-23T16:14:16.664+01:00Una notte, ancora.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-kWSjQ9a0Kt0/VMJiUoe9DDI/AAAAAAAABGA/JA-M9fEwrN4/s1600/20140621_190809.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-kWSjQ9a0Kt0/VMJiUoe9DDI/AAAAAAAABGA/JA-M9fEwrN4/s1600/20140621_190809.jpg" height="320" width="240" /></a></div>
Allungai una mano a sfiorarla accanto a me, addormentata in quella notte fredda, la seta della sua sottoveste scivolosa sotto le le mie dita, e lei, corpo estraneo nel mio letto sfatto, respiro lento e capelli sparsi sul cuscino, lei, incontrata su una strada nel nulla, senza prezzo e per questo più preziosa. La osservai in silenzio, immaginando il momento in cui si sarebbe svegliata, gli occhi gonfi di sonno, gesti veloci a rivestirsi e una porta che si richiude su un'illusione di normalità che non so afferrare, una porta che si richiude sulla mia amata solitudine.MBarbarahttp://www.blogger.com/profile/02206616280373431802noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21058843.post-9319445693930462442014-06-18T11:13:00.002+02:002014-11-06T17:33:08.435+01:00Il corpo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-zCA4_Ql9Apg/U6FSHi5smTI/AAAAAAAABEE/peJmjjORSQU/s1600/10458112_10204012611785693_455501685338696732_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-zCA4_Ql9Apg/U6FSHi5smTI/AAAAAAAABEE/peJmjjORSQU/s1600/10458112_10204012611785693_455501685338696732_n.jpg" height="320" width="240" /></a></div>
Eravamo stati distanti tutta la sera. Avevi distrattamente appoggiato la tua mano sul mio ginocchio, per un istante. E null'altro. Poi era sceso il buio, ed eravamo usciti in strada. Tu avevi trattenuto la porta affinché io passassi e le nostre mani si erano sfiorate, avevo percepito il tuo odore e la tua presenza non era più un'ombra vaga. Prepotente avevo avvertito il mio corpo, l'impulso di appoggiarmi a te. Ma avevamo attraversato la strada tenendoci a distanza, la ricerca di un taxi e poi un veloce bacio sulla guancia. Ma il tuo corpo, la sensazione del tuo corpo, non mi aveva abbandonata. E la sua assenza mi rendeva languida, e la sua assenza mi rendeva inquieta. MBarbarahttp://www.blogger.com/profile/02206616280373431802noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21058843.post-77243012311517762362014-05-16T13:07:00.000+02:002014-05-16T13:18:05.906+02:00Possessione<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-qo0kgdVQTo8/U3XvaOW0jBI/AAAAAAAABD0/Al8JZ74ERRA/s1600/20140503_201336.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-qo0kgdVQTo8/U3XvaOW0jBI/AAAAAAAABD0/Al8JZ74ERRA/s1600/20140503_201336.jpg" height="240" width="320" /></a></div>
Era quel sottile lampo di dolore che squarciava il suo sguardo a provocare in me un sensuale brivido di compiacimento mentre affondavo le mie parole crude nelle sue carni indifese. Lei mi guardava supplice e io infierivo mostruoso sulle sue labbra socchiuse, raccontandole altre notti di passione, altri corpi accarezzati, altre oscurità violate. Lei rimaneva in silenzio, le sue membra appena scosse da un leggero fremito mentre descrivevo minuziosamente la bellezza inarrivabile di tutte le donne che amavo, e lentamente mi insinuavo fra le sue gambe ritrose ad aprirsi, e lentamente scivolavo dentro il suo corpo ostile. Poi con pochi colpi strappavo via il mio piacere, e il suo, senza concederle null'altro che la mia asciutta consuetudine ad abusare di lei, della sua pelle morbida, del suo desiderio di essere mia.MBarbarahttp://www.blogger.com/profile/02206616280373431802noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21058843.post-67056203437986285082014-04-28T17:05:00.001+02:002014-04-28T17:05:59.094+02:00Poi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-Ihjlke7bmIk/U15cpVsrb4I/AAAAAAAABDk/_vbV6L7fiwo/s1600/538233_10200473964561724_66144016_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-Ihjlke7bmIk/U15cpVsrb4I/AAAAAAAABDk/_vbV6L7fiwo/s1600/538233_10200473964561724_66144016_n.jpg" height="320" width="240" /></a></div>
Poi restavamo in silenzio, sdraiati e nudi, sotto una coperta scivolata dal cielo su noi quasi per caso. A volte qualche frase a svelare un passato che non volevamo scoprire, a svelare quel che eravamo stati e che non avremmo voluto essere. Tu sbirciavi il mio sguardo spalancato sulla tua pelle ruvida e stropicciata socchiudendo appena un occhio, sorridendo lento stupito del mio vago silenzio. Baciavo l'interno del tuo braccio che cercava di avvolgermi e annusavo la tua pelle bianca, mentre lenta calava la notte. Poi mi rivestivo e andavo via, perché tu non ti abituassi a me, perché tu continuassi a percepire la mia assenza.MBarbarahttp://www.blogger.com/profile/02206616280373431802noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21058843.post-33079534631741877832014-03-20T18:56:00.001+01:002014-03-20T18:56:13.587+01:00La necessità del corpo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-BzM4oqWZLRg/UysostxU3SI/AAAAAAAABCw/wCAHcwKTBEs/s1600/1174571_10201764632987628_285270174_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-BzM4oqWZLRg/UysostxU3SI/AAAAAAAABCw/wCAHcwKTBEs/s1600/1174571_10201764632987628_285270174_n.jpg" height="320" width="240" /></a></div>
Sollevi la gonna sui fianchi, scoprendo le gambe e rivelando la biancheria (dozzinali mutandine di pizzo nero). Io rimango voltata immobile, le mani appoggiate alla spalliera del canapè di pelle rossa. Tu, alle mie spalle, osservi in silenzio. Un secondo, dieci, cento. Immobili ad ascoltare i nostri respiri. La tensione sale, un sottile senso di paura si insinua. Tu osservi la mia pelle bianca e quel pizzo dozzinale che ti infastidisce. Poi, repentino, ti allontani, e ascolto attenta, percepisco i rumori dei tuoi gesti, delle tue mani che frugano alla ricerca di qualcosa. Lento ti riavvicini. Il tuo respiro si fa più profondo, qualcosa nell'aria vibra, un leggero fremito che mi fa rabbrividire. Poi accade, quasi inevitabile, e la sensazione violenta mi strappa un gemito sommesso.<br />
Fuori dalla finestra germoglia primavera.MBarbarahttp://www.blogger.com/profile/02206616280373431802noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-21058843.post-74495483518130606872014-03-10T18:26:00.003+01:002014-03-10T18:26:56.283+01:00Uno sconosciuto in una domenica di rabbia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-e7yn6cK9XqU/Ux3sAOSXmOI/AAAAAAAABCg/0RwChSGNMXw/s1600/935193_10203321316343739_1625423996_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-e7yn6cK9XqU/Ux3sAOSXmOI/AAAAAAAABCg/0RwChSGNMXw/s1600/935193_10203321316343739_1625423996_n.jpg" height="239" width="320" /></a></div>
Seguo le indicazioni che mi sussurri al telefono. Una porta socchiusa. Una stanza buia. Fatico a scorgere la tua sagoma. Mi indichi il divano. Mi siedo, nervosa e chiudo gli occhi. Tu mi sfiori. Il mio respiro si fa corto e teso. Non vorrei abbandonarmi alle tue mani, non vorrei lasciare che la tua pelle sfiori la mia. Non ti guardo mentre mi fai bere acqua stantia. Le tue mani si fanno più audaci. Scendono. Ansimo. Continuo a tenere gli occhi chiusi mentre i miei sensi si abbandonano a un piacere sconosciuto. Provo vergogna. Te lo sussurro. Tu mi punisci. Umido piacere sgorga. Poi mi rivesto, la penombra si fa meno nemica, scorgo il tuo volto, i tuoi occhi che mi scrutano. Voglio andare, ma mi trattengo per un istante, ancora. Mi domandi il mio nome. Io non domando il tuo. MBarbarahttp://www.blogger.com/profile/02206616280373431802noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21058843.post-25027787287780539402014-03-05T18:55:00.003+01:002014-03-05T18:55:53.867+01:00Una stanza sul Reno<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/--p5bBqsFxv4/UxdkL_jI_iI/AAAAAAAABCQ/-w48srob0lY/s1600/1484724_10202669318884210_2100216666_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/--p5bBqsFxv4/UxdkL_jI_iI/AAAAAAAABCQ/-w48srob0lY/s1600/1484724_10202669318884210_2100216666_n.jpg" height="320" width="240" /></a></div>
Conosco il tuo gioco, quello sguardo innocente che sembra ipnotizzato dalle mie labbra. Parlo inutilmente e ti distraggo per non pensare al mio sesso duro e pulsante, mentre tu, inopportuna, provochi e sorridi mentre io giocherello con l'anello, sfilandolo e reinfilandolo, nervoso e allusivo. Sorseggi whisky, come in un film dozzinale, fuori dalla finestra scorre un fiume illuminato da brevi fari che fendono le acque. E quel silenzio sospeso che entrambi temiamo, quel momento in cui le parole cesseranno e rimarremo tu ed io.MBarbarahttp://www.blogger.com/profile/02206616280373431802noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21058843.post-63868382569692219002013-10-29T17:42:00.004+01:002013-10-29T17:42:52.490+01:00La panchina sul quai<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-hXNADSW7dIs/Um_jLP_yuNI/AAAAAAAABBo/zFgM6hpg6cM/s1600/972195_10201167998792146_2064233746_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://3.bp.blogspot.com/-hXNADSW7dIs/Um_jLP_yuNI/AAAAAAAABBo/zFgM6hpg6cM/s320/972195_10201167998792146_2064233746_n.jpg" width="320" /></a></div>
Il movimento lento del suo piede che fa oscillare a tempo una scarpina delicatamente sfilata e trattenuta solo dalle sue dita mi ipnotizza fino a fermare i miei passi, e rimango lì, ebetemente assorto mentre lei, il volto verso il sole e gli occhi chiusi, canticchia sottovoce una strana litania. Il sole scalda la sua pelle nuda, la gonna è risalita alta lasciando intravedere-no, percepire, il punto sacro dove finisce il lecito per iniziare il peccato, l'aria è satura degli ultimi profumi dell'autunno e lei canticchia ignara del mio sguardo, le sue labbra rosee si schiudono e sorridono, la scarpina oscilla pericolosamente sulla punta delle dita dei suoi piedi e poi un piccolo tonfo sordo, ad interrompere quell'estasi momentanea. Lei apre gli occhi, e senza guardarmi cerca con il piede la perduta calzatura, poi gira appena il volto, verso di me e sorride. "Finalmente sei qui".MBarbarahttp://www.blogger.com/profile/02206616280373431802noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-21058843.post-37060884951178967372013-06-03T20:20:00.002+02:002013-06-03T20:20:59.516+02:00Convalescenza<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-TpdFRMTui2I/UazZsTSzKZI/AAAAAAAABBU/XTzs843RXmA/s1600/395292_10201168002792246_25761180_n+(1).jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://1.bp.blogspot.com/-TpdFRMTui2I/UazZsTSzKZI/AAAAAAAABBU/XTzs843RXmA/s320/395292_10201168002792246_25761180_n+(1).jpg" width="240" /></a></div>
Quasi immaginai che fossi tu, seduto al tavolino di quel caffè, il viso voltato a metà mentre incuriosito leggevi un menù stanco.<br />
Ma sapevo di raccontarmi l'ennesima bugia, eri distante migliaia di chilometri e milioni di pensieri ti separavano da me, da quella strana notte in cui per sfida appoggiasti le tue labbra sulle mie, consapevole che l'indomani sarei partita, consapevole che l'indomani sarei scivolata via dalla tua vita. Scrollai un poco il capo e mi allontanai, nella mente ancora il ricordo del tuo corpo sdraiato contro il mio, sulle dita la sensazione della pelle del tuo viso, fresca e addormentata.<br />
Mi domandai stancamente per quanto ancora avrei ricordato, per quanto ancora avrei cercato il tuo volto in quello di uno sconosciuto, in un caffè.MBarbarahttp://www.blogger.com/profile/02206616280373431802noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21058843.post-66273629491272410422013-04-15T10:24:00.002+02:002013-04-15T10:24:54.001+02:00Dopo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-t8FYKtVjoyU/UWu3H1zC8-I/AAAAAAAABA4/Vvcr0aiM_II/s1600/579810_10200473965721753_1810373013_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://4.bp.blogspot.com/-t8FYKtVjoyU/UWu3H1zC8-I/AAAAAAAABA4/Vvcr0aiM_II/s320/579810_10200473965721753_1810373013_n.jpg" width="320" /></a></div>
Lui allungò la mano. Giacevano stanchi, distanti, sudati, assonnati. E lui allungò la mano a cercarla, a cercare ancora una volta la sua pelle. Lei sorrise appena. Socchiuse gli occhi ad osservare il suo volto sereno. Per un attimo immaginò che lui sarebbe rimasto. Per un attimo immaginò cosa avrebbe provato al risveglio, trovandolo lì, sdraiato accanto a lei. Poi si addormentò, lentamente, sazia, sola.MBarbarahttp://www.blogger.com/profile/02206616280373431802noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21058843.post-44843476878800551212013-02-08T12:04:00.001+01:002013-02-08T12:04:35.021+01:00Una persona non interessante<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-HTMmrG4Cgb0/URTPWyhLVJI/AAAAAAAABAY/dSqjb1sccog/s1600/CIMG0129.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://2.bp.blogspot.com/-HTMmrG4Cgb0/URTPWyhLVJI/AAAAAAAABAY/dSqjb1sccog/s320/CIMG0129.JPG" width="240" /></a></div>
Poi ci incontrammo nell'ascensore di quell'albergo, gli sguardi timorosi di incrociarsi. Tu mi seguisti silenzioso nei corridoi ovattati di lusso e tappezzeria, una chiave elettronica ad aprire porte improbabili.<br />
<br />
E lentamente la mia mano sfiora il tuo volto, le mie dita scorrono sulla tua bocca silenziosa, il tuo respiro caldo accarezza la mia pelle e rimaniamo così, un lungo istante ad immaginare quello che potrebbe accadere, quello che succederà domani, risvegliandoci fra le lenzuola sfatte di una notte di solitudini incapaci di unirsi.<br />
<br />
Ci lasciammo così, allontanandoci in un pomeriggio luminoso di fiocchi di neve e un vento che già preannunciava, in un modo bizzarro, una lunga primavera senza fiori, senza germogli, senza speranza.MBarbarahttp://www.blogger.com/profile/02206616280373431802noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-21058843.post-4914445428595766342013-02-06T10:23:00.001+01:002013-02-06T10:23:19.283+01:00Autobus<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-dHNGg8VIfiQ/URIfPQLdyeI/AAAAAAAABAE/LXWlpSByKIY/s1600/CIMG0086.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://2.bp.blogspot.com/-dHNGg8VIfiQ/URIfPQLdyeI/AAAAAAAABAE/LXWlpSByKIY/s320/CIMG0086.JPG" width="240" /></a></div>
Mi alzai dal sedile per avvicinarmi alla porta di uscita. Lui era in piedi, accanto a me, aggrappato a un maniglione penzolante. Cappotto blu. Leggero odore di tabacco, non troppo spiacevole. Rimasi ferma di fronte a lui, incapace di muovermi a causa della corsa del mezzo. Era alto, i miei occhi arrivavano al suo petto, alle sue spalle. Pensai di appoggiare il mio corpo al suo, per un istante. Pensai che avrei voluto farmi avvolgere dalle sue braccia, farmi intrappolare dal suo cappotto e penetrare nel suo corpo. Pensai che fuori facesse troppo freddo, che forse sarei dovuta restare su quel bus in direzione chissà dove, che forse tutto sarebbe stato più semplice aggrappandomi a lui piuttosto che rimanere a barcollare malferma su quel bus in folle corsa verso una piazza vuota.MBarbarahttp://www.blogger.com/profile/02206616280373431802noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-21058843.post-50330684813645482992013-01-16T13:20:00.000+01:002013-01-16T13:20:02.644+01:00La notte che non ci fu<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-zGx-YORi7Mo/UPaZhjCWsRI/AAAAAAAAA_s/Dc4BaLRIcpw/s1600/530436_10200137838638786_1377355307_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://3.bp.blogspot.com/-zGx-YORi7Mo/UPaZhjCWsRI/AAAAAAAAA_s/Dc4BaLRIcpw/s320/530436_10200137838638786_1377355307_n.jpg" width="240" /></a></div>
Un'altra camera nell'ennesimo albergo di una notte nordica e buia. Un leggero bussare alla porta. Lei, sospesa fra sogni e veglia, apre incerta abbracciando il freddo intrappolato nel suo giaccone invernale. Lui annusa l'odore del suo sonno, sollevando leggermente la camicia da notte per sfiorare appena la sua pelle ancora calda di coperte lussuose ed estranee. Poche parole, gesti rapidi per ritrovarsi uniti, ansimi e scontri di corpi solitari alla ricerca di un piacere che li riporti alla vita. Poi la tregua in quella battaglia tra eterni vincitori e un momento a fingere una normalità che avrebbero voluto ancora, che avrebbero negato ancora.MBarbarahttp://www.blogger.com/profile/02206616280373431802noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21058843.post-2117891032694251022012-12-13T15:59:00.000+01:002012-12-13T15:59:40.583+01:00So che non dovevo, e sapevo che non dovrei.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-H7JGFOSA2So/UMmqs_QxprI/AAAAAAAAA_U/bUJTSwQEqbo/s1600/530897_4756987212686_727955135_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://3.bp.blogspot.com/-H7JGFOSA2So/UMmqs_QxprI/AAAAAAAAA_U/bUJTSwQEqbo/s320/530897_4756987212686_727955135_n.jpg" width="320" /></a></div>
Camminavano sbadati a fianco, lei fissava le piccole rughe sui suoi zigomi arroganti e poi, conscia del suo peccato, distoglieva lo sguardo piena di vergogna. Era talmente doloroso sapere che mai avrebbe potuto semplicemente sfiorare quelle deliziose linee della sua pelle che quasi non riusciva a respirare e, per la prima volta nella sua vita, avrebbe voluto essere altro, avrebbe voluto poter sognare.<br />
Poi lui si voltò veloce verso di lei, e in quello sguardo lei affogò.MBarbarahttp://www.blogger.com/profile/02206616280373431802noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21058843.post-76164985063786242892012-10-29T10:37:00.002+01:002012-11-29T16:04:33.432+01:00La fantasia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-ZxUPeWeRok8/UI4_5x0ZpqI/AAAAAAAAA_A/xKIFvljAkGY/s1600/225342_2005071656517_5506708_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://1.bp.blogspot.com/-ZxUPeWeRok8/UI4_5x0ZpqI/AAAAAAAAA_A/xKIFvljAkGY/s320/225342_2005071656517_5506708_n.jpg" width="240" /></a></div>
D'improvviso non riuscì più a camminare e fu costretta a fermarsi, lì, immobile, sul marciapiede. La violenta sensazione che lui la stesse penetrando dietro, immagine appena evocata nella sua mente da una banale correlazione tra Parigi e una réclame tangueira, si era in quel momento, su quel marciapiede freddo e assolato di una tarda mattina di domenica, fatta talmente prepotente che sentì le sue carni dilatarsi dolorosamente e l'eccitazione esplodere in un piacere repentino e vergognoso che non riuscì a trattenere. Gemette appena, mordendosi il labbro fino a spaccarlo, fino a farlo sanguinare. Poi, umida e dolorante, riprese il cammino, ripensando a lui, ripensando a.MBarbarahttp://www.blogger.com/profile/02206616280373431802noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-21058843.post-18952649381341672992012-10-26T21:08:00.004+02:002012-10-29T10:37:36.653+01:00La promessa<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-uPCnHMCbFEo/UIrepko4zxI/AAAAAAAAA-w/u0mL3VrH8iM/s1600/73836_1635879946955_3683705_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://4.bp.blogspot.com/-uPCnHMCbFEo/UIrepko4zxI/AAAAAAAAA-w/u0mL3VrH8iM/s320/73836_1635879946955_3683705_n.jpg" width="320" /></a></div>
Lei siede sul bordo del letto intatto (intoccato? inviolato?), fintamente distratta da pagine sfogliate svogliatamente, mentre lui, in piedi, nella stanza giura a una voce distante al telefono che no, mai, non la toccherà per nulla al mondo. E le ore trascorrono pigre, la sera sfuma in una notte di vino e nebbia, e nel letto ormai sfatto solo il suono delle loro voci sempre più pericolose, sempre più vicine, sempre più. Ma lui mantiene la promessa fatta e non la tocca, ascoltando in silenzio i gemiti del suo piacere solitario.MBarbarahttp://www.blogger.com/profile/02206616280373431802noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-21058843.post-21744303835934371472012-10-12T17:51:00.003+02:002012-10-12T17:51:55.304+02:00Un viso nell'ombra<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-0mFTsEUPQtM/UHg7be42b9I/AAAAAAAAA-g/Oi6U9Y-b1QQ/s1600/foto.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://2.bp.blogspot.com/-0mFTsEUPQtM/UHg7be42b9I/AAAAAAAAA-g/Oi6U9Y-b1QQ/s320/foto.jpg" width="320" /></a></div>
Immaginavo spesso di toccare il tuo viso con la punta delle mie dita sbiadite dal tempo, la sensazione della tua barba ruvida sotto i polpastrelli, le labbra secche e riarse dal vento di tramontana che spirava salmastro lungo la costa. Tu ti ritraevi infastidito, ma io mi avvicinavo di nuovo, lentamente, e continuavo ad esplorare con la mano ogni solco lasciato dalle lacrime che non avevano rigato il tuo volto, ogni piega che i sorrisi trattenuti avevano impresso ai lati della tua bocca. Poi, di scatto, afferravi i miei polsi per distrarmi da te, e rimanevamo avvinti in una lotta inconsapevole fra le tue paure e le mie passioni, mentre l'inverno già arrivava.MBarbarahttp://www.blogger.com/profile/02206616280373431802noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21058843.post-36727960969143477892012-10-09T21:56:00.001+02:002012-10-09T21:56:18.521+02:00Domenica, taxi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-hoLQwMfwyYg/UHR_zzX1WHI/AAAAAAAAA-Q/hhDyiQL3NAo/s1600/17851_1314804960281_4577277_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://2.bp.blogspot.com/-hoLQwMfwyYg/UHR_zzX1WHI/AAAAAAAAA-Q/hhDyiQL3NAo/s320/17851_1314804960281_4577277_n.jpg" width="320" /></a></div>
Fuori dalla stazione centrale, il motore acceso per mantenere il riscaldamento dell'auto in funzione e poi lei appare, impermeabile nero e aria quasi incerta, un indirizzo, un hotel in periferia e io sbircio nello specchietto il suo sguardo che percorre le vie quasi deserte e vorrei domandarle troppe cose, ma poi eccoci arrivati e lei mi domanda come ritrovarmi alla sua uscita e io non vorrei capire e dopo due ore sono lì, ma senza capire, lei ha un'aria scarmigliata, dolorante, sorridente e la riporto in stazione silenzioso e mi domando se l'abbiano picchiata pagata presa, lei allunga una banconota quasi tumefatta e io vorrei urlare ma in fondo è solo un'altra cliente, come tante.MBarbarahttp://www.blogger.com/profile/02206616280373431802noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21058843.post-42566009926874230902012-09-14T15:31:00.001+02:002012-09-14T16:02:35.107+02:00Settembre<div class="separator" style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-HUKMyj_9hck/UFMwxgNoGzI/AAAAAAAAA9o/u3XAc_xmLcI/s1600/74597_1635887427142_660413_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" hea="true" height="240" src="http://3.bp.blogspot.com/-HUKMyj_9hck/UFMwxgNoGzI/AAAAAAAAA9o/u3XAc_xmLcI/s320/74597_1635887427142_660413_n.jpg" width="320" /></a></div>
Vi erano poi viali ricorrenti nei sogni che percorrevo facendo scricchiolare la ghiaia sotto le suole di scarpe dolorose. Una lumaca si mimetizzava fra le prime foglie arrese all'autunno. A volte incrociavo sguardi mentre un soffio di vento inoppurtuno sollevava la gonna.-sempre troppo corta, sempre del colore sbagliato- e con le mani trattenevo imbarazzata sottovesti castiganti. Poi case sconosciute mentre con passo malfermo entravo nell'ennesima hall di hotel malconci per crollare in letti usati, dove il piacere era donato da solitari tentativi di manomettere corpi estranei mentre tu aspettavi inquieto in un'altra strada, in un'altra città.MBarbarahttp://www.blogger.com/profile/02206616280373431802noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21058843.post-70547591580258186562012-08-27T17:21:00.002+02:002012-08-27T17:21:49.313+02:00Il morso<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-Ats87Te_hFQ/UDtPzPubdZI/AAAAAAAAA9M/MhGxIy6woyU/s1600/100_2081.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://4.bp.blogspot.com/-Ats87Te_hFQ/UDtPzPubdZI/AAAAAAAAA9M/MhGxIy6woyU/s320/100_2081.JPG" width="320" /></a></div>
Ora mordi feroce il mio petto e avverto sotto la pelle l'infrangersi di piccole vene cariche di sanguigne turbolenze. Sotto le dita leggere un leggero rigonfiamento duole palpitante, e poi compare il segno, bluastro e malcelato. Tu fingi di non esserne responsabile, come al solito adduci altrui colpe e sorridi di sguincio, stranamente taciturno mentre sfiori il punto dolente con le tue labbra arse dal sole. E poi, crudele, famelico, lupesco, azzanni ancora e i tuoi denti aguzzi perforano la pelle sottile, mentre con un dolce bacio assapori il flusso dei miei pensieri.MBarbarahttp://www.blogger.com/profile/02206616280373431802noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21058843.post-59785615056826790892012-08-22T15:33:00.003+02:002012-08-22T15:33:47.066+02:00Ad innalzar vele<br />
<div style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;">
<img src="http://3.bp.blogspot.com/-HpYJPUwcVqc/T-SAdq4NZPI/AAAAAAAAA8w/khLsNZe0pVg/s320/404190_3177592168797_674793601_n.jpg" />Il vento sfilacciava le mie parole e i tuoi desideri. Fingevo di essere quello che avresti voluto, e smarrivo la mia essenza ad ogni colpo che infliggevi crudele. Salpammo un pomeriggio stanco, e tu ti domandavi perché mai avessi deciso di accollarti una zavorra triste, ed i miei pensieri sfuggivano silenziosi negli spruzzi di prora (tu urlavi ordini che non comprendevo, il mio corpo impegnato a mantenere un equilibrio precario in mezzo a quel sibilo costante). Approdammo a notte fonda in una cala di un'isola crudele, io infreddolita mi accostai a te e tu, come sempre, come ogni volta, mi respingesti altero, ordinandomi semplicemente di rimanere lì, come una polena ignuda, a vegliare sotto un cielo plumbeo.</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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MBarbarahttp://www.blogger.com/profile/02206616280373431802noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21058843.post-54508600379794297142012-06-11T11:31:00.002+02:002012-06-11T11:31:27.892+02:00Giocare, ancora<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-FcYgQVVFBlo/T9W3uGNwXoI/AAAAAAAAA8k/VgP7pY7rRhc/s1600/60251_1573531628286_6212081_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" fba="true" height="240" src="http://2.bp.blogspot.com/-FcYgQVVFBlo/T9W3uGNwXoI/AAAAAAAAA8k/VgP7pY7rRhc/s320/60251_1573531628286_6212081_n.jpg" width="320" /></a></div>
L'aspetto fuori dai bagni, in un angolo quasi nascosto, fischiettando sfrontato. Lei esce e mi guarda un poco sorpresa-solo un poco però. Si avvicina stranamente cauta, mi sorride. Inclina il capo e mi guarda diretta negli occhi ridenti. Appoggio le mie mani sui suoi fianchi e l'attiro dolcemente verso di me. Sento la sua pelle tenera sotto le mie dita, percepisco l'arrendevolezza del suo corpo contro il mio. Poi lascio la presa e mi allontano, un lampo di tristezza le sfigura per un istante il viso. E io immagino il momento in cui davvero sfiorerò le sue labbra con le mie, immagino quell'istante magico in cui smetterò di giocare con lei per possederla, finalmente, e ne ho timore.MBarbarahttp://www.blogger.com/profile/02206616280373431802noreply@blogger.com0