martedì 31 ottobre 2006

Ricaduta

Lo so, dovrei essere ormai cosciente che il tuo cuore non palpita per me, ma ogni volta le tue parole scavano in profondità nella mia anima fragile, e ricomincio a sanguinare, una cicatrice troppo esposta alle intemperie dei sogni per rimarginarsi. Tu lo sai, e giochi con le mie debolezze, e chissà quanto riderai di questa storia banale, raccontata troppe volte, e mai senza un lieto fine. E all'improvviso rivivo nei ricordi che credevo, che speravo svaniti, le tue mani nervose sul volante ed i tuoi occhi, che scorgevo di sfuggita nello specchietto retrovisore, e mi si contorce il cuore e palpita e singhiozza, e mi domando (ancora!), come una stupida, cosa avrei dovuto dire, cosa avrei dovuto fare. Chi avrei dovuto fingere di essere. Poi gli occhi si riempiono di lacrime, ed una canzone triste nelle orecchie, e non resta che ricominciare a credere che tu non sia mai esistito.

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