lunedì 8 dicembre 2008

A Saffo, che mi porse il caffè

La faccia stropicciata dall'ennesima notte folle in un letto sconosciuto (il peso del suo corpo sul mio, le sue dita che sfioravano bramose la mia schiena), siedo in un caffè per un pasto veloce, dopo un'ora contrabbassesca di gambe accavallate e svelate. Tu mi sorridi e per la prima volta vacillo, per la prima volta noto la curva del tuo petto, le tue gambe tese avvolte nei jeans, il tuo sguardo timido e le tue labbra dolci e mi domando quale sapore abbia il tuo bacio, quale delicatezza il tuo tocco, quale luce brilli nei tuoi occhi quando una donna ti ama. Il mio desiderio si fa confuso, i sensi intorpidiscono quando immagino la tua pelle bianca contro la mia pelle bianca, i tuoi gemiti, i miei gemiti.

Nessun commento: