sabato 28 gennaio 2006

Carbone

Quando gli ultimi sacchi furono caricati, in uno sbuffo di fumo nero di gasolio partimmo verso ovest, in cerca di un’ultima frontiera da invadere, e non ci importava che quello che avremmo trovato avrebbe potuto ucciderci, no, davvero non importava. Il vecchio motore ansimava sulla strada dissestata dalla natura ingiuriosa, ed ancora nessun villaggio si intravedeva all’orizzonte, mentre la polvere turbinava nella stanca luce del tramonto.
E poi fu notte, ed i fari illuminavano a stento la pista intrapresa, e “sei sicuro che sia quella giusta”, ed un impercettibile segno del capo lasciava intuire che sì, era quella giusta, od almeno così ci parve, od almeno così speravamo. Lentamente i nostri sensi si assopirono, cullati da secoli di fatica, e quasi non ci accorgemmo di essere giunti alle porte del villaggio, ed in un attimo il carbone fu scaricato, e la notte non avrebbe mai potuto essere più nera.

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