domenica 5 febbraio 2006

Un giorno qualunque

Non ci sono immagini. Non ci sono ricordi. O, almeno, non ci sono ricordi particolari. Era stato un giorno qualunque, un giorno come tanti altri, nella lunga strada della mia vita. E per questo motivo, per la sua assoluta ordinarietà, non riuscivo a spiegarmi quella costante sensazione di sottile disperazione che lo aveva accompagnato. Non esisteva alcuna ragione. Non apparentemente. Riflettei ancora un po'. Forse ero io. Forse ero io ad essere nata e vissuta in un costante, indefinibile, stato di disperazione. Era perlomeno avvilente, come spiegazione, ma non del tutto inopportuna. La mia mente, però, non riusciva, non poteva accettarlo. Che senso avrebbe avuto la mia stessa esistenza senza nemmeno una scintilla di speranza? Poi pensai che forse non dovevo cercare un senso, forse semplicemente esistevo in quanto costantemente, sottilmente, irrimediabilmente disperata. Avessi ancora avuto sedici anni, avrei potuto sopportarlo.

Nessun commento: