sabato 25 marzo 2006

Mediocritas

Lei mi disprezza. Mi guarda dall’alto del suo regno con una smorfia disgustata e valuta le mie parole vacue e spregevoli. Io so di non essere ciò che vuole, non abbastanza affascinante, non abbastanza intelligente, non abbastanza colto. Sto sempre zitto, e quando lei mi domanda qualcosa, so che le mie risposte l’annoiano. Lei detesta il mio corpo. La mia presenza fisica costituisce un ingombro al suo spazio, al suo essere perfetto, alla sua bellezza divina. Quasi la deturpo, uno sfregio sulla sua pelle morbida e tesa e profumata. Ogni volta che lei mi guarda io mi sento annichilire, sprofondare nel più assoluto disprezzo di me stesso. Davvero, non capisco perché mi ami.

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