martedì 9 marzo 2010

In terra

Mi lascia cadere ai suoi piedi. Lui finse di non accorgersene, mi calpestò senza fermarsi, le suole delle sue scarpe affondarono nella mia carne lacerandola, e lui passò oltre. Lo seguii con lo sguardo, lo vidi lanciarsi nella vita con un ardore che a poco a poco si affievoliva. Io rimanevo in terra, rimanevo distesa incapace di alzarmi, incapace di trovare un appiglio per risollevarmi da quella strana prostrazione dell'anima in cui mi ero gettata consapevole vittima di un sogno troppo ardito per essere realizzato.  Rimanevo in terra a guardare l'erba rinverdire dopo un inverno freddo che ne aveva gelato le radici, rimanevo in terra ad annusare i timidi fiori che annunciavano che era giunto il tempo di alzarsi, e correre da lui.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Si, è vero...
questa volta ho proprio esagerato col mio sadismo-feticista!
(tuo, Aitante Virtuale)