lunedì 23 novembre 2009

Larmes un dimanche à l'église des Minimes, écoutant Bach


Osservai lacrime silenziose rigarle il volto. Intanto una musica divina accarezzava la mia anima. Lei stringeva nervosa fra le mani un paio di guanti neri. Osservai quelle lacrime indecenti bagnarle il volto, senza alcun pudore. Lei non le asciugava, le lasciava scorrere sciogliendole un poco il trucco. Alcune chiazze rosse le colorivano le gote, pallide altrimenti. Per un attimo pensai di porgerle il mio fazzoletto, già sapendo che avrebbe rifiutato. Tossii appena, allora, per richiamare la sua attenzione (perché si accorgesse di me?), ma lei non si mosse, rimase immobile e piangente a fissare ostinatamente un punto oltre l'orchestra che continuava a suonare la musica degli dei.

1 commento:

Bitterkalt ha detto...

Come forma mancante di un puzzle, la musica divina riempie il triste vuoto nel nostro cuore, donandogli nuovamente la pienezza dei sentimenti creduti perduti nelle tragedie. Ma mentre le dolci note riecheggiano nell’anima come solenne salvezza, la mente già sa che saranno destinate a finire, evidenziando di nuovo la ferita che ci portiamo nel petto.