mercoledì 8 novembre 2006

Serietà

Mi accorgo che con il passare del tempo non c'è più serietà nei miei pensieri che vagano cinici fra uno sbadiglio e l'assoluta certezza che tutto è stato già visto, vissuto, in qualche modo assimilato e non ne rimane che un'inutile involucro, un vuoto a rendere esistenziale. I miei gesti, le mie azioni, sono le azioni di un'intera umanità, le mie sensazioni, i miei desideri sono stati ormai vissuti da generazioni innumerevoli. L'originalità dell'atto, il genio, resta appannaggio degli smemorati, e davvero è l'azione nuova, di rottura, la firma che potrebbe farti svettare sul mondo per quanto? un'ora, un giorno, un secolo? mentre la vita, terrena, s'intende, è terminata, e davvero le azioni che sono sopravvissute ai propri autori hanno plasmato le vite future?
Ed è stato così importante, o le vite avrebbero semplicemente seguito nuove strade, nuovi percorsi spontaneamente, rivelando l'inutilità dell'azione, così, semplicemente?
Domande oziose in un pomeriggio svogliato, senza neanche un prete per chiacchierar...

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