lunedì 11 gennaio 2010

Quel che ho di te

Lui rimane in piedi, vestito, a fianco del letto su cui giaccio nuda. Con la punta delle dita sfiora appena il mio ventre. Una smorfia dolorosa di disgusto deturpa il suo bel volto. Avverto il mio cuore spezzarsi, la mia imperfezione rivelata ai suoi occhi ormai disincantati. Eppure sorrido lasciva, sprofondando nei miei più segreti anfratti l'amarezza di quella rivelazione. E continuo a sorridere quando la sua mano mi colpisce con forza, per punirmi della mia indecente lussuria, continuo nonostante il dolore dei suoi ordini innaturali. Continuo a sorridere quando lui se ne va, lasciando sul letto tracce di lui, lasciando sul letto il pagamento di quell'ora di perdizione.

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