mercoledì 22 agosto 2012

Ad innalzar vele


Il vento sfilacciava le mie parole e i tuoi desideri. Fingevo di essere quello che avresti voluto, e smarrivo la mia essenza ad ogni colpo che infliggevi crudele. Salpammo un pomeriggio stanco, e tu ti domandavi perché mai avessi deciso di accollarti una zavorra triste, ed i miei pensieri sfuggivano silenziosi negli spruzzi di prora (tu urlavi ordini che non comprendevo, il mio corpo impegnato a mantenere un equilibrio precario in mezzo a quel sibilo costante). Approdammo a notte fonda in una cala di un'isola crudele, io infreddolita mi accostai a te e tu, come sempre, come ogni volta, mi respingesti altero, ordinandomi semplicemente di rimanere lì, come una polena ignuda, a vegliare sotto un cielo plumbeo.

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