domenica 25 maggio 2008

A te che io ti ho visto piangere nella mia mano, fragile che potevo ucciderti stringendoti un po’


Lei sorrise svagata, camminando lenta sotto una pioggia sottile, mentre nel suo cuore brillava il più splendente sole, lo sguardo ad inseguire una speranza appena nata, lo sguardo timoroso di perdere una speranza appena nata. Si domandava se affidare la sua vita ad un nuovo sogno, si domandava se sarebbe sopravvissuta. Ma il suo sorriso aveva dissipato ogni dubbio, i suoi occhi limpidi l'avevano incantata, e voleva rischiare, forse per l'ultima volta. Camminava svagata, e da lei irradiava una nuova luce, ed io la ammirai un istante di troppo e ne rimasi abbagliato, mentre dal cielo pioveva freddo e sottile, mentre dal cielo cadevano nuvole.

Nessun commento: