lunedì 15 ottobre 2007

Mondo

Resto ad osservare l'ultimo lembo di mondo non sommerso da fiumi di cemento plastica odio, e mi domando cosa ci abbia spinto a voler uccidere noi stessi inseguendo la vana incertezza di una felicità di oggetti, ed annuso l'ultimo soffio di aria e so che non mi rimane molto tempo per accarezzare l'erba che già rinsecca sotto i miei passi chimici e tu mi stringi la mano e mi domandi il perché, ed io non so risponderti, non ho parole per giustificare la folle idea che distruggere sia il nostro scopo, e lascio rotolare le mie lacrime su questa terra riarsa dalla mia stupida vanità e forse c'è ancora una speranza rinchiusa nei nostri cuori da liberare per continuare a far vivere il mondo oltre questo ultimo lembo di natura.

3 commenti:

Bitterkalt ha detto...

Non so se ti interessa conoscere la mia teoria al riguardo, ma siccome la stessa domanda me l’ero posta anch’io non ho potuto resistere a scrivertela.
Il problema di fondo sta nel nostro sistema capitalistico e della folle pretesa di una crescita economica perpetua. Innanzi tutto c’è da dire che è assurdo giudicare il benessere delle civiltà in base al PIL; io sono svizzero ed il nostro PIL pro capite è tra i più alti ma così anche il nostro tasso di suicidi. Lo stress a cui siamo sottoposti è per troppe persone troppo alto e cadono quindi in una fatale depressione quando rimangono disoccupati per lungo tempo. Come succede in tanti paesi industrializzati, il cittadino viene quasi obbligato a consumare e soprattutto correr dietro alle mode se vuole esser parte della società. Quando la bolla di sapone si rompe, si renderà conto che non ha nulla in mano perché ha speso troppo tempo a lavorare per i soldi ed il poco tempo libero che aveva lo ha sprecato a fare shopping invece di stare con gli amici, che tra l’altro sono occupati a loro volta a guadagnare e a fare spese.
Tornando al tema. Per garantire una crescita costante, dato il fatto che in Europa la crescita della popolazione è dovuta solo alle immigrazioni, è necessario che il singolo consumi di più. Ed è per questo scopo che non è profittabile per nessuno avere degli oggetti che non si consumano o che non si rompano. Già la manutenzione non è abbastanza gradita perché non soddisfa le esigenze di crescita dell’economia; è necessario vendere cose nuove e quindi distruggere quelle vecchie. È meglio costruire mille cose inefficienti che una cosa che funziona bene.
Capitalismo significa espansione, espansione significa più consumo, più consumo significa necessità di più materie prime. Peccato che in questo contesto di superlativi il mondo è uno solo, e per mera sfortuna della nostra infinita fantasia, ha dei confini finiti e le risorse limitate.

MBarbara ha detto...

Ma grazie al cielo siamo anche cuore ed altro... io sono pessimista "materialmente" ma sempre più persone si stanno risvegliando e cercano di rompere gli schemi del consumismo, ricominciano ad essere schegge di Dio.

Bitterkalt ha detto...

Vero, ma molti si sono dimenticati di essere vivi e si sono fatti convincere di essere delle macchine, delle semplici estensioni per i robot che gestiscono nelle fabbriche. Per fortuna è anche vero che sempre più persone si rendono consapevoli dell’inganno autodistruttivo che ci viene rifilato come via migliore. Penso che molte di queste persone sono quelle che, cadendo fuori dalla sistema, si sono rese conto di non averne bisogno 

Comunque mi ero quasi dimenticato la parte più interessante: la guerra. Dai ragionamenti di prima è deducibile che il capitalismo ha bisogno di distruzione e quindi la guerra. Le fondamenta di tale forma economica è lo sfruttamento di risorse, anche umane. È una struttura che ha bisogno di crescita per sopravvivere e che crolla facilmente sotto il suo stesso peso (vedi crisi in corso). Vorrei anche accennare il disgusto che provo per le istituzioni borsistiche che fanno guadagnare soldi senza muovere un dito a chi può permettersi di parteciparvi.

Che Dio ci aiuti a salvarci da noi stessi!