venerdì 10 aprile 2015

Una fantasia

Rimanevo certe sere ad aspettare che il sole svanisse all'orizzonte e che le tenebre cancellassero il calore della giornata. Tu eri lì, in silenzio accanto a me, ad aspettare che il freddo, il sonno o un vago senso di colpa mi spingessero a rientrare. A volte mi prendevi per mano, camminando al mio fianco, annusando quell'acre odore salmastro che la sabbia bagnata sprigionava nel vento. A volte invece mi raccontavi qualche pezzo della tua vita, cercando fra le parole affinità celate. Io mi sentivo in obbligo di apparire migliore di quanto non fossi in realtà, e mi vergognavo di questa mia debolezza, anelando inutilmente che le tue labbra sfiorassero le mie per farmi tacere. E avrei voluto, davvero, avrei voluto che tu non fossi semplicemente il frutto di una mia fantasia.                                                                              

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