venerdì 28 novembre 2008
Al telefono
La tua voce giunge da lontano, parole leggere e risate in sottofondo, io ti racconto la mia giornata di nuvole e passi e vestiti e idee e cibo (ancora una volta divina passatina di ceci con gamberi al vapore ed un bicchiere di vino bianco siciliano) e tu ascolti paziente, mentre immagini che io sia lì, accanto a te, quel vestito nero di seta che scivola sulla pelle candida, il profumo di gelsomino che si sprigiona dai miei capelli sciolti, ma mille chilometri di paura ci separano, io ancora temo le tue mani violente su di me, io ancora temo i tuoi silenzi astiosi, i tuoi rimproveri crudeli, il rumore dei tuoi piedi scalzi che si avvicinano nella notte per ferirmi, per avermi, per imprigionarmi nella ragnatela della tua vita.
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