Passammo le serate a bighellonare per strade illuminate da neon asettici e biancastri, vento caldo dal deserto e odore di spezie dai negozietti che sbirciavamo mentre le nostre mani si sfioravano quasi inconsce lungo i nostri passi lenti e svogliati, poi rientravamo in quella polverosa stanza di un albergo fatiscente e rimanevamo a lungo nel letto immobili a fissare il soffitto ed un ventilatore che girava stanco, e non parlavamo mai, ci bastava la presenza dei nostri corpi a riempire le nostre anime di vita e di sorrisi.
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