lunedì 17 maggio 2010
Ersatz
Non ne era rimasta nessun altra. Giaceva triste, abbandonata su quello scaffale, un po' sgualcita dalle mani dei compratori che l'avevano afferrata per poi rimetterla lì, senza comprarla. Non aveva difetti, no, ma era un poco impolverata, aveva insomma l'aria di essere lì da troppo tempo, in attesa di un acquirente che apprezzasse il suo sguardo triste. Per un istante pensò di fingere, di sfoggiare uno sguardo accattivante e malizioso, sorrise di se stessa con una certa ironia, quand'ecco che lui la afferrò. Certo, lei non era proprio il modello che desiderava, decisamente sembrava un po' troppo datata e complicata, considerò che forse non avrebbe dovuto accontentarsi, ma era stanco di cercare, i piedi gli dolevano, la notte calava sulla città e lui voleva rincasare prima che le tenebre fossero scese sul mondo. La prese, pagò alla cassa e le sorrise. "Ora sei mia", le disse. "Ora sono tua", lei rispose.
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