martedì 11 maggio 2010
I fiori che gettai
Una fredda notte di primavera, i miei passi risuonano sul selciato mentre aspetto il tuo arrivo. Poche auto per le strade vuote, alberi fioriti sprigionano un impercettibile profumo di miele e dolcezza, ed un languore che scuote i sensi, che fa desiderare invano labbra soavi e timidi sguardi, gesti arditi e parole che incidono l'anima. Mi fermo ad annusare l'aria, un piccolo movimento appena percepito nell'oscurità. Sorrido. Sorrido e mi volto verso di te. "Sei qui". Tu abbassi il capo, in terra giacciono petali portati dal vento. "Sei qui", ripeto. Ora appari triste, ora mi sussurri piano: "No".
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2 commenti:
Basta paingere, Gattaccia!
Il Galeazzo della libertà è tornato!
Se 6 guarita dalle Tue fisime religios-rosicruciane, allora 6 pronta per entrare nella grande famiglia galeazzonpomponiangargiulonica!
Fisime religiose? Ma Galeazzo, cantare in gregoriano la messa domenicale mi risolleva lo spirito! E poi sono sempre alla ricerca di un mentulato donatore di succo vitale. E sul blog di Franceschetti trovo solo dietrologi, mentre per la riproduzione si dovrebbe far riferimento ad altri anfratti!
Se il comandamento dice di non disperdere il seme prima o poi qualche cattolico cederì!
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