Stringi nervoso fra le bianche dita lo stelo di un calice di vino ed il tuo sguardo vaga ancora impertinente sulle mie labbra schiuse ed annoiate di questa tarda serata di aperitivi e vuoto, poi allunghi una gamba a sfiorare la mia ed inevitabilmente rabbrividisco a quel contatto ma tu fingi di non accorgertene, e continui smanioso a fantasticare sui nostri corpi avvinti mentre io sbadiglio lenta e lascio che la mia mente insegua visioni di solitudine e calma, e rimango ad aspettare che tu mi conduca nella tua stanza per appisolarmi fra bianche coltri fresche di bucato.
Nessun commento:
Posta un commento