Girovagai tranquilla, lasciando che il tepore di una sera qualunque risvegliasse in me desideri ormai sopiti di una mano gentile che mi sfiorasse, e sorridevo ebete al frinire delle cicale domandandomi oziosamente dove tu fossi, in quel preciso istante. Così, chiudendo gli occhi, non potei non immaginarti sdraiato in un letto lontano, silenzioso, gli occhi fissi al soffitto a domandarti se infine io avessi dimenticato il dolore che mi avevi volontariamente causato, nell'invano tentativo di allontanarmi da te, e avrei voluto urlarti che avevi fallito, ma tra noi ormai scorreva un oceano di lacrime e tristezza, e davvero, davvero avrei voluto che il pensiero di te mi abbandonasse, in quella sera qualunque di vento e stelle.
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