Voleva davvero conoscere ogni piega della mia pelle, ogni neo, ogni cellula del mio essere assolutamente inutile; mi tempestava di domande sul mio passato, sulle mie sensazioni ed io non riuscivo a capire se fosse gelosia o solo una folle perversione che mi legava a lui. Non impediva le mie azioni, non urlava se ero uscita con un altro uomo, anzi, si crogiolava nei miei racconti domandandomi particolari intimi, ed io ne uscivo sempre un po' troppo svuotata, come se con le parole gli regalassi anche la mia vita, e a me ne rimanesse qualcosa in meno. Non esistevano misteri, nessun segreto, eppure tutto della sua vita mi era oscuro, come una casa sprangata le cui stanze fossero ricolme di vite altrui, ed io fossi solo una di quelle stanze, fossi solo un modo per riempire un vuoto doloroso della sua paura di esistere.
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