Nuvole oscurano un cielo glauco, aria elettrica e pochi istanti di quiete prima che la tempesta si scateni. Trovo rifugio fra un bicchiere di vino ed il profumo acre del tuo sudore, le nostre gambe si avvinghiano sotto ad un tavolino sporco di clienti già passati, io guardo altrove, oltre i vetri la pioggia che rimbalza violenta su ombrelli ed impermeabili stanchi, e non ascolto le tue parole lievi, le tue proposte impudiche, annuso l'odore dell'asfalto caldo ed il calore della tua pelle contro la mia. Mentre la tempesta si affievolisce, posso smettere di fingere che tu esista, posso smettere di fingere di non essere sola sotto le nubi che squarciano il cielo che torna azzurro.
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