La osservo mentre siede sola su una panchina in un parco nascosto. Regge fra le mani un libro chiuso ed il suo sguardo è triste, rivolto verso il nulla. Il vento fa stormire fronde. Lei resta immobile, mentre il sole si inabissa fra i tetti lontani. Il cielo scurisce. Per un istante mi sembra di scorgere una lacrima luccicare sulla soglia dei suoi occhi, ma potrebbe essere un'illusione, un ultimo raggio di luce intrappolato fra le sue ciglia. Un guardiano ci invita verso l'uscita, è tardi ormai, il parco deve dormire. Lei si allontana ed annuso l'odore del pianto.
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