mercoledì 29 novembre 2006

Spezie

Mescolo lentamente gli ingredienti per una cena che vorrei indimenticabile, mentre fuori scende una nebbia densa di un autunno triste e squattrinato; ed all'improvviso un profumo lontano mi riporta in una via polverosa di terra e spezie, una sensazione di estranea appartenenza ad un mondo che ora mi sembra solo immaginato e che invece vissi, in un tempo quasi remoto della mia anima, ed assaggio ancora una volta il sapore di un vicolo quasi buio, dove mi stringesti a te per non lasciarmi più, anche se ora non ricordo nemmeno il tuo nome.

sabato 25 novembre 2006

A C.V., scomparso tra fogli di carta e parole mai dette

La radio suonava vecchie canzoni lacrimose, e io non ero mai stata più sola. Pensavo che avrei dovuto cercarti, rintracciarti, ma la spirale in cui mi avresti fatto cadere mi impauriva a tal punto che desistetti, e forse eri già morto, sepolto senza nome in un cimitero lontano; così ti ricordai ancora una volta mentre Don Backy cantava:
Io son sicuro che/ per ogni goccia che cadrà un nuovo fiore nascerà/ e su quel fiore una farfalla volerà
io son sicuro che/ in questa grande immensità/ qualcuno pensa un poco a me,/ non mi scorderà.
Sì, io lo so, tutta la vita sempre solo non sarò,/ e un giorno lo saprò di essere un piccolo pensiero,/
qualcuno pensa un poco a me nell'immensità.
Sì, io lo so, tutta la vita sempre solo non sarò,/ e un giorno troverò un po' d'amore anche per me,/
per me che sono nullità nell'immensità.

venerdì 24 novembre 2006

Infatuazione (MM)

Francamente cominciò tutto in modo stupido, un paio di telefonate esclusivamente di lavoro, comunicazioni asettiche e frettolose, nemmeno una voce calda e roca su cui fantasticare, poi venni a sapere che lui era un tipo "particolare", ovviamente nessuna spiegazione su cosa consistesse la sua particolarità, ma tanto bastò ad accendere la curiosità nella mia testolina annoiata. Un altro paio di telefonate, sempre assolutamente asettiche, e cominciai ad immaginare una sordida storia di passione e sesso sfrenato, una trama che si svolgeva senza parole ma con molti respiri ed ansimi, e momenti di realtà rubati al tempo che scorreva lento e monotono in una stanza vuota. Nel frattempo mi domandavo cosa ci fosse di strano in me, o se tutti fossero così, sognatori di luce in un mondo di ombre.

domenica 19 novembre 2006

Una mattina qualunque

Io non ricordo esattamente quando scese il freddo tra noi, ricordo solo quella strana sensazione di estraneità che avvertii fisicamente quando la tua mano mi sfiorò e pensai, così, senza una precisa ragione: "E' finita".
Poi furono quei giorni di freddo e neve, e a poco a poco ci allontanammo, quasi senza accorgercene, ed una mattina qualunque mi svegliai, e tu non eri più lì. Mi stupii di come fosse stato facile, indolore: nessuna lacrima o recriminazione, nessun urlo o rancore. Semplicemente eri svanito, come un sogno che sbiadisce all'alba di una mattina qualunque.

giovedì 16 novembre 2006

Il bagno




Io lo so che mi stai immaginando avvolta in una nuvola di bolle, alcune candele accese intorno alla vasca ed un sottofondo lounge mentre ad occhi chiusi massaggio la mia pelle di latte e sole e sogni. Io so che mentre lo immagini, senti il tuo sesso muoversi un po', solo appena risvegliato dalle sensazioni che l'immaginazione provoca nella tua testa e te ne vergogni, e vorresti non pensare a me in questa vasca piena di schiuma e profumi dolci e speziati, e distogli la mente ma lo sai, lo sai che sto facendo il bagno, sola, adesso.

martedì 14 novembre 2006

Brit




Non so quando e perché capitolasti, ma partimmo per il British Museum in una fredda giornata di fine novembre, tu tremavi nervoso ed io ero a metà strada tra il divertito e l'annoiato e avrei davvero voluto provocarti, per vedere fino a quando avresti resistito, e la verità è che tu avresti resistito sempre e quella senza speranza ero io. Così mi limitai a stuzzicarti solo un po', senza esagerare e forse tu lo apprezzasti, o forse, per una volta, per una volta sola, mi avresti desiderata più insistente per avere la scusa e cedere, finalmente. Che strano, non lo avrei mai saputo, perché tu, al British, non mi hai mai voluta portare.

domenica 12 novembre 2006

Il lungo viaggio

Attraversare il deserto si rivelò stranamente più semplice di quanto ci fossimo aspettati. Le difficoltà invece furono conseguenza del vivere insieme quel lungo viaggio, i tuoi sbadigli e le mie ossessioni, ore a fissare il nulla pieni di domande senza risposte ed occhi pieni di sabbia, una strana arsura costante seccava le nostre parole e le tue mani erano sempre troppo distanti, sempre troppo nervose; io fantasticavo continuamente sulla vita che avrei voluto, dimenticandomi di vivere quella che c'era, e tu ti stancasti presto di rincorrere il mio sguardo che fuggiva al di là delle dune e delle rocce, e la notte osservavamo in silenzio il cielo luminoso di stelle e sogni, e davvero sentivamo la futilità della nostra esistenza e forse non eravamo abbastanza innamorati per sopravvivere al cosmo, così tu tornasti a quella che era la tua vita precedente ed io mi persi definitivamente nei miraggi del deserto.

mercoledì 8 novembre 2006

Serietà

Mi accorgo che con il passare del tempo non c'è più serietà nei miei pensieri che vagano cinici fra uno sbadiglio e l'assoluta certezza che tutto è stato già visto, vissuto, in qualche modo assimilato e non ne rimane che un'inutile involucro, un vuoto a rendere esistenziale. I miei gesti, le mie azioni, sono le azioni di un'intera umanità, le mie sensazioni, i miei desideri sono stati ormai vissuti da generazioni innumerevoli. L'originalità dell'atto, il genio, resta appannaggio degli smemorati, e davvero è l'azione nuova, di rottura, la firma che potrebbe farti svettare sul mondo per quanto? un'ora, un giorno, un secolo? mentre la vita, terrena, s'intende, è terminata, e davvero le azioni che sono sopravvissute ai propri autori hanno plasmato le vite future?
Ed è stato così importante, o le vite avrebbero semplicemente seguito nuove strade, nuovi percorsi spontaneamente, rivelando l'inutilità dell'azione, così, semplicemente?
Domande oziose in un pomeriggio svogliato, senza neanche un prete per chiacchierar...

mercoledì 1 novembre 2006

Chat-Vietato ai minori

Un pomeriggio noioso, a sfogliare pagine di internet svogliatamente, e poi arrivi tu, un messaggio anonimo e la domanda: "Fino a che punto ti sei spinta, in chat?", ed io non so cosa rispondere, sono in imbarazzo come se tu mi stessi sbirciando dalla finestra, e incominci a domandarmi come sono vestita, e cosa vorrei che le tue mani facessero e la VERITA', terribile e vergognosa, è che io mi eccito, e continuo nel tuo gioco perverso e non riesco a controllarmi, ma non so a chi dare la colpa, se al pomeriggio noioso od al gioco perverso, ma non c'è colpa, solo desiderio di corpi sconosciuti, e davvero vorrei non essere così fragile, vorrei non essere in balia di quest'eccitazione che non riesco a controllare.