domenica 4 aprile 2010
Una notte di assenza
Era la mancanza del suo corpo accanto al mio, una dolorosa amputazione che non riuscivo a superare. Lo strazio fisico mi impediva di dormire, mi rigiravo immaginando la sua bocca altrove, pensieri dolorosi nelle tenebre di una notte piovosa e fredda, le sue mani su un'altra donna, il suo piacere che esplodeva senza di me, senza che io potessi godere dell'istante in cui il suo sesso perfetto deflagrava. Poi venne la stanchezza, il digiuno penitente addormentò i miei sensi e sogni contorti fino all'alba. Aprii gli occhi. Un piccolo, timido raggio di sole filtrò fra le spesse tende. Lui non c'era. Mi alzai, mi affacciai alla finestra. In strada uno spazzino fischiava piano.
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2 commenti:
scusami Gattona... sai, il lavoro mi chiama!
(Tuo, Anton Vito)
Bà....il tu-tu non risponde
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