Ascolto il rumore secco, ritmico, dei suoi tacchi sul selciato. Rimbombano fra le case affacciate su un vicolo buio, fra i tetti uno squarcio luminoso di cielo e vento. Mi affaccio e la scorgo, mentre passa imperiosa nella via. Ma è un momento, un attimo appena di titubanza. I suoi passi rallentano, e lei guarda in alto, verso di me. Un sorriso, un cenno con la mano, timido, di saluto. Poi riprende il cammino, ed io urlo "aspetta, ti prego" e la vedo fermarsi, ed ora è lì, in attesa di me.
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