Lei mi aspettava in camera. Attraversai i corridoi silenziosi e bussai piano. Lei domandò "chi è?" e colsi nella voce una strana trepidazione, ansia, forse, un po' di paura, attesa, desiderio. Sorrisi appena. "Sono io". La porta si aprì. Lei mi aspettava quasi vestita, o quasi nuda, non saprei. Sulla pelle il segno netto dell'abbronzatura, là, dove i raggi del sole non l'avevano sfiorata, a ricordarmi che l'estate volgeva al termine. La seguii nella camera lussuosa ed inopportuna, lei stappò una bottiglia di champagne, come in un film dozzinale di seduzione nemmeno a buon mercato. Era talmente surreale, le tappezzerie, i fiori, frutta sul tavolino, cuscini ovunque e lei, un golfino indosso e tacchi alti, collana e null'altro. Ed uno strano sguardo timido, arrendevole, mentre sorseggiavamo in silenzio il vino, in cerca di un mio gesto che la rassicurasse, ero lì per lei, e per null'altro.
2 commenti:
Tutte queste parole mi confondono ... eppure credo di avere intuito un trait d'union (eh eh eh) di molti Tuoi post: Ti rappresenti come un uomo, che cerca di sedurre una donna, che in realtà sei Tu, ma sotto mentite spoglie.
Ammazza che fantasia rosicruciana ...
Galeazzo, astuto come una volpe! In effetti hai svelato la mia fantasia rosicruciana: ma essendo io sintesi perfetta di maschile e femminile, trovo in me stessa il completamento naturale del mio essere.
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