Sdraiata sul pavimento, sbircio polvere sulla moquette petrolio mentre il dolore mi impedisce di respirare. Gli occhi si chiudono, lentamente il mondo fatto di gambe di scrivanie e poltrone svanisce ed i sensi si ottenebrano per le fitte lancinanti, il corpo stremato soccombe e lo spirito si libera e vola, vola verso un cielo di nuvole di zucchero e vento tiepido carico di profumo di fiori, leggero come un granello di polline plana verso sud, alla ricerca di una casa sognata, plana verso un ricordo, ad aggrapparsi alla vita e poi un sussulto, il corpo che rinviene, ristorato da quella piccola morte, la sensazione di aver sfiorato l'infinito, la certezza di essere.
1 commento:
Molto bella, è l'antitesi di Metafoto!
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