Sono uscita da quella porta asciugando l'ultima lacrima di un'illusione svanita con le prime piogge di primavera, ed ancora frastornata ammiro il sorgere del sole di un nuovo giorno, con una nuova valigia da riempire ed un amore sbagliato (perché? perché anche questa volta?) da dimenticare. Ma non potrò mai scordare le sue strane espressioni sghembe, le sue dita che si attardavano sempre un istante di troppo sfiorando le mie, i suoi sorrisi perplessi ed il suo profumo di erba appena tagliata, la ciotola piena d'acqua e mutande e spazzolone e "tu sei matta". E seduti su un letto sfatto ed ingombro, mi domandasti se ne fosse valsa la pena, ed io ti diedi l'unica risposta possibile. Ne vale sempre la pena.
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