giovedì 28 maggio 2009

Noir désir

Osservo le tue mani delicate, quasi infantili ed i tuoi occhi a mandorla, nervosa noto appena che mi riempi deliziosamente il bicchiere d'acqua in questo freddo e grigio giorno di quasi estate, e sorrido conscia che tu mi respingerai temendo chissà quale trappola ed invece il mio è solo un oscuro desiderio di toccare la tua pelle, un oscuro desiderio di assaporare le tue labbra esotiche, annusare il tuo corpo e sentire il tuo calore, e non ho voglia di parole inutili, solo di te, e non so come dirtelo, e non so come fare.

mercoledì 27 maggio 2009

I bless the rains down in (Asia)


Per un istante il sole illumina questi giorni di sogno, uno squillo del telefono mi richiama da ricordi odorosi di cielo e terra, la tua voce, una voce che non conosco ma che desideravo ascoltare, e. Mi domandi che faró ora, partire, andare, ti prego, lasciami l'illusione che mi condurrai nella tua isola di sogno, a pescare gamberetti con le mani mentre il sole brucia la sabbia candida di granchi e foreste a picco sulle onde di liane e sandalo, lasciami l'illusione di sere calde a passeggiare fra mercatini esotici ridendo spensierati mentre la pioggia inzuppa i nostri cervelli, lasciami l'illusione che non avró paura, sarai solo tu, saró solo io.

lunedì 25 maggio 2009

Uno nessuno centomila

Ora il tuo volto è confuso fra i mille incontrati in questi caldi giorni di quasi estate, provo inutilmente ad immaginarti ma la mia mente svicola stanca, il sole illumina i miei pensieri assonnati di una notte di viaggio, tu hai giocato con me ed io sono caduta nella tua trappola, hai giocato con me in una piazzola autostradale, sceso da un bus che gira, fuori da una stazione in attesa che un treno riparta, tra note reiette di Mahler, in una telefonata pneumatica, gioielli scintillanti e gelati stravaganti, nel tuo ufficio buio di menzogne ed allusioni, tenendomi per mano mentre dormi in un film con troppi morti, braccia fasciate da una maglietta attillata ed eri uno, non eri nessuno e siete stati centomila.

domenica 17 maggio 2009

L'immagine è stata aggiunta

Io e te, uno sguardo che non riesco a sostenere, svicolo, scarto, mi sposto, ma basta un attimo, i tuoi occhi neri nei miei occhi neri, il cuore ha un sussulto, sfuggo ancora, parole ed allusioni leggere, so che non avrei dovuto, so che entrare nel tuo rifugio sarebbe stato troppo pericoloso, ma non potevo resistere, non ne sono mai stata capace, e tu approfitti della mia debolezza, approfitti di questi giorni di nuvole e sole e pelle bruciata e mente svagata per incrinare la mia corazza di aria e pensieri, ne approfitti per trafiggermi ed inchiodarmi, ne approfitti ed io sorrido, non sono più solo un'immagine ma sono il corpo avvinto al tuo.

martedì 12 maggio 2009

Corridoio

Percepí la sua presenza non appena l'ascensore la sputó in quel corridoio blu di moquette polverosa. Il suo profumo riempiva lo spazio. Sbirció appena verso la sua porta, conscia che lui fosse dentro quella stanza, a pochi passi da lei, separato da un sottile strato di cartongesso. Lo immaginó seduto alla scrivania, la stanza illuminata appena da quelle lampade imponenti di acciaio e vetro. Per un attimo le parve di udire la sua voce oltrepassare la soglia e diffondersi nel corridoio, seguendo la scia del suo profumo. Rimase ferma un istante e sorrise fra sé. Poi lenta, i passi attutiti, percorse quel corridoio, quasi trattenendo il respiro, perché lui non sentisse, perché lui non sapesse.

mercoledì 6 maggio 2009

Una sera qualunque

Il fiume scorre lento incuneandosi fra le case, lei guarda affascinata l'acqua scura appena screziata da riflessi di lampioni lontani mentre passeggia sola sugli argini erbosi, l'aria fresca di una sera di metà primavera le accarezza il viso. Intanto le ore passano quiete, un passo dietro l'altro e già si annuncia ad est l'alba luminosa di un altro giorno, l'acqua a poco a poco schiarisce, risplende e per un istante intravede danze di sirene, richiamo irresistibile ed immergersi non è altro che un passo al di là della riva.

lunedì 4 maggio 2009

Mani

Lei si accorse che non ricordava assolutamente il suo volto. Era passato poco tempo, un paio di settimane appena, e la memoria già aveva cancellato i tratti del suo viso dalla mente. Anche il suo odore era una sensazione inafferrabile, quell'odore che l'aveva attratta cosí prepotentemente da farle abbandonare ogni difesa, ogni pudore. Sorrise. Restava il ricordo delle sue mani sul suo corpo, la sua lingua che esplorava ogni anfratto del suo volto, in modo quasi osceno, e quello strano desiderio inconfessabile che lui diventasse qualcosa di più di un sogno che sarebbe svanito all'alba, all'angolo di una strada qualunque.