mercoledì 28 maggio 2008

Ultima fermata

Sono nervosa, mentre il treno attraversa lento le pianure allagate, il sole tramonta fra alberi lontani ed argini fioriti. Sono nervosa mentre guardo il mondo scorrere fuori dal finestrino, le dita tamburellano sulle ginocchia, il rumore del treno distorce i pensieri e li culla, ovattandoli. Immagino la tua attesa, immagino le tue parole, il tuo sguardo su di me, il tuo profumo che riempie l'aria intorno a noi, ed il tuo sorriso stanco, quando questo treno si fermerà in quella stazione che quasi arriva, in questa sera di quasi estate.



domenica 25 maggio 2008

A te che io ti ho visto piangere nella mia mano, fragile che potevo ucciderti stringendoti un po’


Lei sorrise svagata, camminando lenta sotto una pioggia sottile, mentre nel suo cuore brillava il più splendente sole, lo sguardo ad inseguire una speranza appena nata, lo sguardo timoroso di perdere una speranza appena nata. Si domandava se affidare la sua vita ad un nuovo sogno, si domandava se sarebbe sopravvissuta. Ma il suo sorriso aveva dissipato ogni dubbio, i suoi occhi limpidi l'avevano incantata, e voleva rischiare, forse per l'ultima volta. Camminava svagata, e da lei irradiava una nuova luce, ed io la ammirai un istante di troppo e ne rimasi abbagliato, mentre dal cielo pioveva freddo e sottile, mentre dal cielo cadevano nuvole.

giovedì 22 maggio 2008

Al primo piano

Nonostante le finestre chiuse, a ripararsi dal caldo, le loro voci giungono fino in strada. Cerco a fatica di distinguere le parole, lui le domanda insistente dove sia stata, e lei risponde laconica "fuori", ed avverto quasi il momento in cui lui comincia a strattonarla, stringendole il braccio con troppa forza. Lei cerca di divincolarsi, "lasciami", ma lui continua, ora la spinge sul letto, il vestito di lei si alza mettendo in mostra il sesso ancora umido ed arrossato, e lui ora sa, ne ha la certezza, ed urla, ora, urla cosicché, nonostante le finestre chiuse, le parole arrivano forti in strada, arrivano forti sino a me.

martedì 20 maggio 2008

L'ultimo peccato

Lei lo osserva dalla finestra risalire il vialetto con passo rapido, circospetto. Non importa che nei paraggi non ci sia nessuno, lui non può essere visto. Lei oziosamente si domanda, per un'ultima volta, se abbia preso la giusta decisione. Conosce la risposta, ma ormai non può (o non vuole) tirarsi indietro. Lui ora è davanti alla porta, un attimo soltanto di esitazione prima di suonare il campanello. Lei rimane alla finestra ancora un istante, sa di non avere più tempo per decidere. Si avvia alla porta, fa scattare la serratura, apre piano e lui è lì. Lei sorride stanca, appoggia una mano sul suo petto, afferra la sua giacca, facendo attenzione a non stropicciarla e lo attira dentro casa, per un ultimo peccato, per un'ultima follia.

sabato 17 maggio 2008

Amore di parole

Leggo le tue parole che mi raccontano un amore che non conosco, leggo le tue parole che aprono il mio cuore verso la tua vita, che diventa mia, in questa sera di pioggia e vuoto, in questo appartamento di polvere e rimpianti, mentre aspetto tranquilla un destino che non ho compreso, mentre aspetto ancora le tue parole che mi facciano volare oltre questo cielo, mentre aspetto le tue parole che sgorgano dal tuo corpo lontano.

sabato 10 maggio 2008

Dietro ad un muro

Sbircio, dietro ad un muro il tuo corpo scoprirsi, un vestito scivola ai tuoi piedi lasciandoti nuda, la pelle dorata dal sole, sandali abbandonati in un angolo, ed immagino le mie mani su di te, tremanti per l'emozione di sfiorarti, immagino il tuo odore ed il tuo sapore sulle mie labbra, nascosta da questo muro di pietre e sabbia che ci separa, celandomi ai tuoi occhi neri, celando il mio corpo sudato nel sole di questo deserto, celando la mia eccitazione ed il mio desiderio. E non mi resta che lasciare cadere ai miei piedi il mio vestito stanco, scalciare via questi sandali dal tacco troppo alto e restare lì, nuda, indifesa, a farmi sbirciare da te che stai dall'altra parte di questo muro.

mercoledì 7 maggio 2008

Una domenica

Lei aveva attraversato la piazza veloce, i tacchi rumorosi sul selciato, il vestito della festa che svolazzava impertinente scoprendole le gambe, lo sguardo fiero, altero quasi, in quella domenica mattina di sole ed aria fresca. Io la osservavo indolente, seduto ai tavolini di un caffè, immaginando la sua biancheria accarezzarle la pelle, il profumo dei suoi capelli neri, mentre si dirigeva verso un portone socchiuso, poi la vidi sparire ed intuii i suoi passi salire le scale, una porta aprirsi e lei sarebbe stata lì, pronta a donarsi ad uno sguardo estraneo, mentre io sorseggiavo lento il mio caffè freddo e la gente si avviava a messa, in mezzo al suono di campane festanti.

lunedì 5 maggio 2008

Parole proibite

Mi sussuri le tue fantasie proibite, mi obblighi a compiacerti con parole che non oso nemmeno pensare, e tu mi trattieni con le tue braccia perché io non possa sfuggirti, la mia bocca vicino al tuo orecchio avido di sospiri, sdraiati in un parco in mezzo ad una folla ignara della nostra eccitazione, il tuo profumo mi inebria mentre le tue labbra sfiorano il mio collo, mi mordi forte, segni sulla pelle che domani si tingeranno di viola, e poi un treno che corre veloce fra risaie allagate, gli argini fioriti di papaveri, chiazze di colore nel sole di un tramonto di calda primavera.